Di Michele Toschi
RAVENNA. Trafugavano carburante da un importante deposito, che poi rivendevano clandestinamente ottenendo ingenti guadagni, ma il loro lucroso business illecito è stato interrotto dai Finanzieri del Comando Provinciale di Ravenna che li hanno individuati e arrestati.
La brillante operazione delle Fiamme Gialle, diretta dalla Procura della Repubblica ravennate e condotta con il prezioso ausilio dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ha consentito di scoprire come i responsabili fossero riusciti a portare a compimento le loro azioni criminose eludendo i controlli adottati dalla società che gestisce il citato deposito, volti proprio a evitare la fraudolenta sottrazione di prodotti petroliferi.
Il sistema adottato nella circostanza, più in particolare, si basava nel travasare all’interno delle autocisterne un maggior quantitativo di carburante rispetto a quello dichiarato nei documenti fiscali, ciò grazie all’alterazione dei sistemi di misurazione utilizzati per la pesatura degli automezzi destinati a questo particolare e delicato trasporto.
Come accertato dai Finanzieri, successivamente ai furti un autotrasportatore compiacente scaricava il carburante in “eccedenza” presso impianti di distribuzione stradale che poi lo rivendevano ai propri clienti in completa evasione di imposta, poiché sottratto anche all’accisa che grava sui prodotti energetici.
Una frode che presentava, dunque, molteplici aspetti di “convenienza” soprattutto alla luce dei ripetuti rincari sui carburanti per autotrazione, ma che dall’altro lato causa significative distorsioni sul mercato oltre che alterare gli equilibri della leale concorrenza tra gli operatori economici del settore.
Per dare un’idea di quanti potessero essere i profitti generati da tale attività basti considerare come, dalle diverse perquisizioni effettuate dai militari, siano saltati fuori oltre 140 mila euro in contanti.
Somma indicatrice di un giro d’affari che – protratto nel tempo – avrebbe fruttato introiti dalle proporzioni milionarie.
Alla luce delle evidenze acquisite nelle indagini, sostenute dai dati forniti agli investigatori dalla società danneggiata, per i soggetti indagati si è dunque proceduto all’arresto con contestuale sequestro di quattro mila litri di carburante poco prima trafugati, delle autocisterne utilizzate nella circostanza oltre che di un distributore stradale oggetto di ulteriori riscontri tecnici.
Resta in ogni caso opportuno sottolineare come il procedimento penale istaurato si trovi ancora nella fase delle indagini preliminari, pertanto la responsabilità degli indagati non potrà essere dichiarata anticipatamente a un eventuale pronunciamento di condanna irrevocabile.
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