Guardia di Finanza: a Roma operazione congiunta con la DEA USA. Dieci persone in manette per traffico di droga

Di Alessandro Margottini               

ROMA. Sono 10 le persone arrestate dai Finanzieri del Comando provinciale di Roma, al termine di un’importante attività antidroga, condotta con il supporto dei colleghi in forza al Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) e in cooperazione con la Drug Enforcement Administration (DEA) statunitense.

Operazione antidroga della GDF a Roma

L’operazione in cronaca, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), ha consentito di sgominare un’associazione criminale dedita alla produzione e al traffico di sostanze stupefacenti, con gli stessi suoi membri accusati inoltre di detenzione e porto illegali di armi, possesso di documenti di identificazione falsi, sostituzione di persona e furto di energia elettrica.

Gli odierni provvedimenti di arresto (dei quali 8 in carcere e 2 ai domiciliari), costituiscono l’epilogo d’indagini coordinate dalla DDA romana ed affidate agli specialisti Nucleo Polizia Economico Finanziaria, con la collaborazione del 3° Nucleo Operativo Metropolitano di Roma.

Sono state proprio tali indagini a consentire di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli stessi indagati, i quali avrebbero costituito la loro base organizzativa nel Quadrante Sud della Capitale, più precisamente nel Quartiere di Tor Bella Monaca, struttura dalla quale curavano l’approvvigionamento degli stupefacenti oltre alla loro distribuzione al dettaglio per ingenti quantitativi.

Come accertato dagli investigatori delle Fiamme Gialle, l’organizzazione poteva inoltre contare su un significativo numero di “dipendenti” ai quali era affidata la gestione delle piazze di spaccio, intervenendo – anche con azioni violente – nel caso in cui venissero rilevati tentativi d’infiltrazione da parte d’altre fazioni rivali del narcotraffico.

Uno controllo del territorio tipico della criminalità organizzata dunque, che potevano esercitare anche attraverso la disponibilità d’armi (anche di grosso calibro e da guerra) come fucili a pompa e fucili mitragliatori Kalashnikov che, secondo gli inquirenti, erano nelle loro disponibilità.

Le stesse attività d’indagine hanno tra l’altro portato al sequestro di oltre 72 chili di cocaina giunti dall’Ecuador e scovati al porto di Civitavecchia, nonché al sequestro d’una piantagione di marijuana rinvenuta all’interno di una villa sita in provincia di Roma.

Resta in ogni caso opportuno evidenziare come gli odierni arresti intervengano nell’attuale fase delle indagini preliminari, pertanto – in attesa di giudizio definitivo dato da eventuale sentenza irrevocabile di condanna – per tutti gli indagati vale la presunzione di non colpevolezza.

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