Di Alessandro Margottini
SAVONA. Sequestrato perché ritenuto in posizione di contrabbando in Italia.
E’ questo il provvedimento giudiziario – finalizzato confisca – che ha riguardato un jet privato ricoverato presso l’aeroporto ligure di Villanova d’Albenga (Savona), oggetto di specifiche attenzioni da parte dei finanzieri del Comando provinciale di Savona che, nell’occasione, hanno operato congiuntamente con i funzionari dell’Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Ad emettere il provvedimento di sequestro è stato il GIP (Giudice per le Indagini preliminari) del locale Tribunale all’esito di complesse indagini che gli investigatori del Comando di via Famagosta hanno indirizzato verso possibili episodi di contrabbando oltre che di evasione dell’IVA.
Per fare piena chiarezza su un quadro di situazione di per sé poco chiaro, finanzieri e funzionari doganali – in attuazione del recente Protocollo d’Intesa stipulato a livello centrale nonché operando in stretta sinergia – hanno effettuato una minuziosa ricognizione degli assetti aerei presenti nel sedime aeroportuale in parola, rinvenendo nel corso di tale attività un aereo “Cessna 750 Citation X” battente bandiera statunitense e rimasto in un hangar dell’aviosuperficie in parola oltre sei mesi, dunque oltre il limite massimo previsto per il regime di ammissione temporanea e per effetto del quale non è necessario assolvere ai relativi dazi doganali d’importazione.
Le successive analisi, condotte avvalendosi delle banche-dati a disposizione delle due Istituzioni dell’Amministrazione Finanziaria dello Stato, hanno consentito di ricondurre la disponibilità del costosissimo velivolo (il jet civile più veloce attualmente in circolazione), formalmente intestato a un trust con sede nello stato statunitense del Delaware che fa capo ad un imprenditore russo residente nel Principato di Monaco.
Lo stesso imprenditore, con ogni probabilità, aveva interposto tra sé e il lussuoso aereo altre tre società fiduciarie aventi sede in tre diversi paradisi fiscali (Isole Vergini Britanniche, Isole Cayman e Panama), con lo scopo abbastanza evidente d’ottenere indebiti vantaggi fiscali.
Una volta delineata a sufficienza la situazione, gli investigatori sono dunque passati a segnalare alla competente Autorità Giudiziaria l’imprenditore in questione ed altre due persone fisiche ritenute coinvolte nella vicenda, oltre a richiedere il sequestro dell’aeromobile che la stessa A.G. ha subito disposto con apposito provvedimento.
Da una prima valutazione, a cui seguirà quella effettuata da tecnici appositamente nominati dalla Procura procedente, il valore dell’aero è stato stimato in 10 milioni di euro, mentre l’evasione dell’IVA derivante dal suo utilizzo in posizione di contrabbando avrebbe una dimensione non inferiore a 2,2 milioni di euro.
Nel corso delle investigazioni è stata altresì opportunamente approfondita la posizione fiscale dell’imprenditore, con riferimento ad ulteriori velivoli a lui riconducibili ed anche questi “schermati” al Fisco con le identiche modalità illecite utilizzate per il jet rinvenuto in Italia.
Per tale ragione la Procura della Repubblica di Savona ha avviato l’iter per segnalare alle competenti Autorità tedesche, per il tramite di Eurojust (l’Agenzia dell’Unione Europea per la Cooperazione giudiziaria penale), altri aerei tra cui un jet Gulfstream G650, un Gulfstream GV e un elicottero Agusta Westland 109S Grand, presenti all’interno degli hangar dell’aeroporto di Karlsruhe Baden-Baden (Germania) ed aventi un valore stimato in circa 80 milioni di euro.
Segnalazione finalizzata all’accertamento di un’evasione dell’IVA all’importazione, così come previsto dalla pertinente normativa che tutela gli interessi finanziari unionali.
L’operazione delle Fiamme Gialle e dei doganieri savonesi, battezzata con il nome di “Hidden Flight”, va ad incardinarsi nelle rispettive competenze istituzionali nella repressione delle frodi doganali e dell’IVA, anche quelle commesse a livello internazionale.
Va comunque rimarcato come il procedimento penale instaurato sulla vicenda si trovi attualmente nella fase delle indagini preliminari, pertanto i provvedimenti finora adottati non implicano la responsabilità degli indagati ai quali, fino al pronunciamento di eventuale e irrevocabile sentenza di condanna, va riconosciuta la presunzione di non colpevolezza.
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