Guardia di Finanza: a Torino, contrasto al traffico di sostanze stupefacenti, arrestate 12 persone

Di Antonella Casazza

TORINO. I Finanzieri del Comando Provinciale di Torino, con la collaborazione di unità operative di altri Reparti del Corpo e con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia torinese, hanno dato esecuzione in varie Regioni italiane (Piemonte, Veneto e Puglia) a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo piemontese nei confronti di dodici persone (tutte in carcere), gravemente indiziate di far parte di due distinte associazioni per delinquere finalizzate al traffico e alla commercializzazione di sostanze stupefacenti (principalmente hashish).

Nel corso delle indagini – condotte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Torino e caratterizzate dal ricorso a complessi e articolati accertamenti di Polizia Giudiziaria, compiuti attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali e attività di osservazione e pedinamento – sono stati raccolti significativi elementi indiziari circa l’esistenza di due presunti sodalizi criminali, composti da soggetti originari del Marocco, che avrebbero commesso plurimi reati connessi all’importazione e al traffico di stupefacenti.

Le autopattuglie della Guardia di Finanza durante l’operazione

In particolare, il primo dei due gruppi è risultato caratterizzato da un’organizzazione stabile e ben delineata, dotata di notevoli risorse strumentali ed economiche e capeggiata da un quarantaquattrenne di nazionalità marocchina, con base logistica a Torino e provincia, dove sono risultati dislocati i più importanti depositi utilizzati per i traffici illeciti (Torino e Piossasco), con qualificati contatti anche in territorio friulano, ove sono state realizzate cessioni di sostanze stupefacenti ed era ubicato un ulteriore deposito (in Pordenone).

Il sodalizio vantava, inoltre, ramificazioni in Veneto (province di Venezia e Treviso).

La significativa forza economica del gruppo criminale è emersa, nel corso delle indagini, dalla possibilità di impiegare numerosi autoveicoli (di proprietà o noleggiati) per l’organizzazione delle attività delittuose e per il ritiro e il trasporto dello stupefacente e del denaro provento degli illeciti traffici, nonché dalla capacità dimostrata nel riuscire a finanziare nuove importazioni di narcotico e a sopportare le ingenti spese per il suo occultamento e trasporto nonostante gli ingenti sequestri di stupefacenti subiti a opera degli inquirenti.

Anche il secondo gruppo interessato dalle indagini – composto da un quarantottenne marocchino, con ruolo apicale, e altre due persone – è risultato radicato in Torino e provincia, con collegamenti in Lombardia (province di Milano e Varese) e in Toscana (provincia di Pisa).

Secondo le ipotesi investigative, si tratterebbe di un’articolazione territoriale, dotata di una sua autonomia operativa e assai strutturata (alla luce del notevole giro d’affari prodotto), costituente parte di una ben più ampia organizzazione transnazionale, operante in territorio spagnolo e destinataria dei proventi delle attività di spaccio, come rilevato, tra l’altro, mediante la ricostruzione di alcuni illeciti trasferimenti di denaro in Spagna avvalendosi dell’intermediazione di soggetti di nazionalità cinese.

I due sodalizi criminali disarticolati con la presente operazione sono risultati accumunati dalle ingenti risorse economiche impiegate e tratte dai propri traffici illeciti e dall’utilizzo di collaudati sistemi per rendere riservate le comunicazioni tra i sodali e dalla capacità di organizzare operazioni funzionali all’acquisto, custodia, detenzione e trasporto di stupefacente (soprattutto hashish), approvvigionandosi principalmente in Nord Africa e introducendolo sul territorio nazionale attraverso la Spagna.

Lo stupefacente sequestrato dai Finanzieri torinesi

La successiva distribuzione del narcotico, per il cui trasporto sono stati utilizzati anche veicoli modificati e dotati di appositi doppi fondi, si rivolgeva a varie piazze di spaccio del Nord Italia (in particolare Piemonte, Lombardia, Toscana, Veneto e Friuli Venezia – Giulia).

Nel corso delle investigazioni, nel solo arco temporale da gennaio ad aprile 2022, in provincia di Torino sono stati intercettati e sottoposti a sequestro, in più occasioni e anche con la collaborazione della Polizia di Stato, circa 460 chili di hashish, oltre a circa cinquecento grammi di cocaina e a un chilo di marijuana.

Lo spessore delle consorterie criminali oggetto di indagine e la perdurante attualità delle condotte poste in essere sono risultate ulteriormente confermate in sede di esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare e nel corso delle perquisizioni, che hanno consentito di individuare altri depositi di stoccaggio della droga, all’interno di due box, in uno dei quali erano custoditi 223 chili di hashish, già confezionati e pronti per l’immissione sul mercato illecito.

Nell’altro, individuato a seguito di segnalazione del cane antidroga “Jakora”, nella disponibilità di un altro soggetto marocchino (estraneo alle vicende di cui al provvedimento cautelare in questione e tratto in arresto in flagranza di reato), sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro 163 chili di hashish.

La droga complessivamente sequestrata, se immessa sul mercato “al dettaglio”, avrebbe potuto generare introiti illeciti per oltre undici milioni di euro.

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