Di Gianluca Filippi
MILANO. Un sequestro preventivo da circa seicento mila euro di denaro e beni immobili disposto dal GIP del Tribunale di Torino, è stato eseguito dai Finanzieri del locale Comando Provinciale nei confronti di un’azienda della zona attiva nel settore della produzione e commercializzazione di mobili e arredi, che per gli inquirenti sarebbe al centro di una rilevante frode nelle pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Le indagini della Guardia di Finanza, dirette dalla Procura della Repubblica torinese e affidate nel dicembre 2021 agli specialisti del Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF), si sono accentrate su alcune procedure di gara bandite da vari Enti locali e pubblici dislocati tra Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lazio per l’acquisto di mobilio di dotazione per gli uffici.
Il quadro probatorio, messo insieme dagli investigatori delle Fiamme Gialle, ha così portato alla luce le responsabilità degli amministratori pro-tempore dell’azienda, oltre a quelle di un suo dipendente, che per gli stessi investigatori sono state dirette alla commissione dei reati concretizzatisi mediante la presentazione sistematica di false certificazioni di conformità inerenti ai materiali di mobilio.
Stando alle accuse formulate dall’Autorità Giudiziaria inquirente, tali certificati erano infatti semplici duplicazioni degli originali e/o recanti immagini non corrispondenti ai beni certificati, circostanza questa che ha così indotto in errore gli Enti interessati certi di aver provveduto all’acquisto di beni dotati dei requisiti tecnici e ambientali richiesti, un fattore che ha così permesso agli indagati di condizionare procedure di gara per un ammontare complessivo che sfiora il milione e duecento mila euro.
Più nel dettaglio, l’illecito profitto ottenuto è stato calcolato in circa seicento mila euro a seguito della vendita di oltre 1.600 unità di mobilio tra armadi, scrivanie, tavoli e sedie forniti al Politecnico di Torino, al Comune di Torino, all’Azienda Sanitaria Locale – TO3, alla Regione Lazio e all’Università degli Studi di Trieste.
I gravi indizi di colpevolezza emersi hanno, dunque, indotto il Giudice per le Indagini Preliminari ad emettere il relativo provvedimento di sequestro – corrispondente all’indebito profitto ottenuto – anche se ai tre indagati va al momento riconosciuta la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento dei fatti.
La tutela degli interessi della Pubblica Amministrazione rientra a pieno titolo tra i compiti istituzionali affidati alla Guardia di Finanza, che proprio nel citato settore impiega diverse tra sue migliori risorse investigative.
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