Di Fabio Mattei
Torino. Nuova operazione della Guardia di Finanza di Torino a contrasto della contraffazione dei marchi di fabbrica – nel caso specifico parti di ricambio per auto – che ha permesso di scoprire altri due opifici clandestini all’interno dei quali i militari hanno rinvenuto una montagna di pezzi contraffatti, peraltro già pronti per essere spediti in Belgio, Germania ed Olanda ma anche negli Stati Uniti ed in Cile.

La GdF scopre a Torino una fabbrica di ricambi d’auto falsi
Quest’ultimo sequestro nasce da un’analoga attività che la GdF torinese aveva condotto a maggio scorso, allorquando in località San Gillio (Torino) i militari delle Fiamme Gialle scoprirono una fabbrica occultata in aperta campagna e che – in pieno periodo di lockdown – produceva pezzi per auto d’epoca contraffatti, del tutto simili agli originali (e completi di packacing rigorosamente logati), che poi vendeva ai ricambisti di tutta Italia.
I successivi sviluppi investigativi hanno stavolta condotto i militari a Torino città (zona Corso Francia) nonché nel territorio del comune di Carmagnola, scoprendo così l’esistenza di altri due siti produttivi occulti.
Quello carmagnolese, in particolare, era ubicato in una zona rurale e senza alcuna indicazione che ne facesse rilevare l’esistenza, ma nel quale i finanzieri sono comunque riusciti ad arrivare e dove – praticamente a colpo certo – sono infine acceduti scoprendo tutto l’illecito business che lì dentro si celava.
Non poca è stata la sorpresa degli operatori nello scoprire come in un’anonima zona di campagna fosse stato attrezzato un impianto produttivo di tutto rispetto, dotato di apparecchiature digitali all’avanguardia in grado di realizzare ogni giorno centinaia e centinaia di parti di ricambio per automobili riportanti i marchi delle più note case automobilistiche nazionali ed estere (Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Porsche tra quelli più riprodotti).
Certamente ricco era altresì il giro d’affari legato all’attività illecita messa in piedi da due imprenditori piemontesi, ambedue denunciati per i reati di contraffazione e frode in commercio, almeno a giudicare dalla quantità di autoricambi rinvenuti dai militari all’interno dei due locali (oltre 40 mila pezzi) e che i responsabili della stamperia erano pronti a spedire ai loro numerosi clienti che, tra l’altro, erano convinti di ricevere componenti automobilistici originali.
Macchinari e parti di ricambio contraffatti sono stati tutti ovviamente posti sotto sequestro, mentre sono in corso ulteriori accertamenti di natura fiscale volti a quantificare esattamente quali fossero i ricavi conseguiti dai due abili imprenditori del falso i quali, come accennato sopra, avevano organizzato ed allestito il tutto riuscendo a soddisfare le moltissime di richieste che praticamente a getto continuo gli giungevano da mezzo mondo.
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