Guardia di Finanza: a Torino un maxi-sequestro di capi d’abbigliamento falsi provenienti dalla Tunisia. Denunciato un responsabile

Di Fabio Mattei

Torino. Era una triangolazione praticamente perfetta ed anche molto remunerativa quella che vedeva coinvolte la città di Monastir in Tunisia, alcuni magazzini di Pesaro ed il mercato clandestino del settore dove poi finivano per essere collocati numerosissimi capi di abbigliamento recanti il marchio contraffatto di note “griffe” della moda casual.

i controlli della Guardia di Finanza contro la contraffazione dei capi di abbigliamento

Sono questi gli elementi venuti alla luce al termine di un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Torino, che ha consentito di sequestrare 50 mila capi di abbigliamento e di denunciare un responsabile che gestiva il traffico, un 60enne originario del Ferrarese già noto alle Fiamme Gialle per analoghe vicende.

L’operazione è scaturita dopo aver notato alcune importazioni anomale di tali prodotti provenienti dalla Tunisia, a seguito delle quali i Finanzieri torinesi hanno così avviato le indagini inizialmente volte a individuare alla fabbrica (successivamente localizzata nella suddetta località nordafricana) ove i generi di abbigliamento contraffatti come scarpe, borse, maglie, jeans ecc. venivano prodotti in decine di migliaia di pezzi.

A seguito di questa prima scoperta ne è poi seguita un’altra, ovvero il modo in cui il responsabile di tale commercio importava ingenti quantitativi di jeans e t-shirt falsi, che venivano temporaneamente occultati in alcuni depositi siti a Pesaro, e poi vendute da un suo incaricato di fiducia per mezzo di alcuni broker, al momento sconosciuti, che a loro volta li piazzavano sul mercato del falso di tutta Italia.

Secondo gli investigatori della GdF torinese, il giro d’affari scoperto in quest’ultima operazione anti-contraffazione supererebbe i 2 milioni di euro.

I capi d’abbigliamento sequestrati, una volta ottenute le necessarie autorizzazioni da parte dell’Autorità Giudiziaria, saranno consegnati ad enti di assistenza sociale e ad istituti religiosi per la devoluzione in favore di persone bisognose.

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