TRESTE. Un carico che sfiora il milione di pezzi, sono queste le proporzioni del sequestro-record di prodotti contraffatti messo a segno all’interno del porto cittadino dai finanzieri del Comando provinciale di Trieste – in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) – nell’ambito delle loro quotidiane attività di vigilanza e controllo sulle merci in arrivo/transito.

La natura degli articoli contraffatti è quella degli accessori e dei capi d’abbigliamento riportanti molti dei più noti marchi della moda internazionale; griffe fedelmente riprodotte che i militari delle fiamme gialle e gli operatori dell’ADM sono riusciti a scoprire intercettando 5 differenti container, aventi destinazione finale nei Paesi Bassi e tutti provenienti dal porto turco di Ambarli.
I capi e gli accessori con griffe-fake erano stati occultati dietro vere e proprie pareti costituite da prodotti tessili di vari natura, peraltro regolarmente scortati dai prescritti documenti doganali. Un escamotage che, nelle intenzioni di chi ha organizzato tale traffico, gli avrebbe consentito di superare abbastanza agevolmente una parziale ispezione sul carico.
Le cosiddette “analisi di rischio”, che ADM e GDF eseguono sui container provenienti da rotte e da Paesi considerati maggiormente interessati da traffici illeciti, avevano però già messo sull’avviso gli operatori che hanno dunque propeso per controlli decisamente più approfonditi scoprendo così una miriade di pantaloni, camicie, cappellini, borse, cinture, t-shirt e felpe contrassegnati dai loghi contraffatti di aziende internazionali della moda e dell’abbigliamento sportivo quali: Adidas, Balenciaga, Burberry, Calvin Klein, Chanel, Christian Dior, Dolce e Gabbana, Dsquared, Fendi, Gucci, Guess, Hugo Boss, Louis Vuitton, Moncler, Prada, Stone Island, Versace.
Da rimarcare come tutti i prodotti in questione fossero caratterizzati da un elevato livello manifatturiero, peraltro riconosciuto dagli stessi periti incaricati dai marchi proprietari; particolarità questa che avrebbe potuto trarre in inganno anche consumatori attenti e realmente convinti d’acquistare prodotti originali.
Considerata l’entità – oltre che il valore di mercato – del carico in questione, la Procura della Repubblica triestina ha dunque avviato tempestive indagini in coordinamento investigativo con l’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode (OLAF), scoprendo come il mittente della partita e lo stesso destinatario stessero curando ulteriori ed importanti spedizioni di articoli tessili.
Un riscontro investigativo pressoché immediato dunque, che ha consentito al citato Ufficio Europeo d’attivare le Autorità belghe che sono giunte all’individuazione di un sesto container (anche questo stipato da capi ed accessori contraffatti) con contestuale fermo disposto nei confronti di 5 soggetti di diverse nazionalità.
Ad indagini ancora in corso è comunque possibile stabilire il rilevantissimo “valore” della merce sequestrata che, una volta immessa sui relativi canali commerciali, avrebbe consentito alle organizzazioni criminali del settore d’ottenere guadagni stimabili in almeno 100 milioni di euro.
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