Di Gianluca Filippi
VARESE. Una confisca dal valore di 177 mila euro è stata eseguita dai Finanzieri del Comando Provinciale di Varese nei confronti di una donna, ex dipendente di una società di servizi postali, condannata dal Tribunale di Busto Arsizio (Varese) per essersi indebitamente appropriata di risparmi appartenenti a diversi anziani residenti nella zona di Saronno (Varese).
Ad accertare le manovre occulte della donna sono state le indagini svolte dai Finanzieri della locale Compagnia i quali, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica bustese, hanno ricostruito tutte le illecite operazioni di prelievo di soldi depositati su diversi libretti di risparmio.
La persona raggiunta dal provvedimento di confisca, più nel dettaglio, ha operato con funzioni di “specialista commerciale finanziaria”, il che le conferiva un ruolo d’incaricata di pubblico servizio dandole anche la possibilità – proprio in virtù di tale funzione – di avere la materiale disponibilità dei libretti di risparmio/conti corrente intestati ai clienti del proprio ufficio.
Con le sue vittime, perlopiù pensionati ormai avanti con l’età, vedove o comunque anziani non in grado di gestire personalmente il proprio portafoglio finanziario, la consulente infedele aveva instaurato un saldo rapporto di fiducia, tanto da essere considerata dalle stesse parti lese stesse come persona assolutamente affidabile.
La realtà delle cose si è, però, rivelata essere ben diversa, poiché la stessa consulente prelevava fraudolentemente soldi non suoi che andava poi a utilizzare per condurre uno stile di vita molto al di sopra delle sue possibilità, denaro che in parte veniva trasferito anche su conti correnti e prodotti finanziari a lei riconducibili, oltre che a propri familiari.
Per massimizzare gli effetti degli illeciti profitti ottenuti la stessa promotrice aveva, inoltre, attivato alcune polizze con il solo fine di raggiungere gli obiettivi commerciali aziendali, grazie ai quali ha potuto così incassare un più sostanzioso premio di produttività.
A chiusura della vicenda la Corte d’Appello di Milano, confermando parzialmente quanto già disposto in primo grado dal Tribunale di Busto Arsizio, ha dunque condannato la consulente in questione alla pena di anni tre e mesi sei di reclusione, con applicazione della pena accessoria dell’interdizione definitiva dai pubblici uffici, nonché condannandola al risarcimento danni in favore della parte civile, in questo caso rappresentata dalla società d’investimenti finanziari e spedizioni per la quale lavorava.
In ragione di ciò, e in esecuzione della sentenza passata in giudicato, i militari delle Fiamme Gialle hanno dunque proceduto alla materiale confisca delle somme di denaro presenti sui conti bancari riconducibili alla responsabile d’importo equivalente al profitto del reato perpetrato.
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