Guardia di Finanza: a Varese scoperto un gruppo criminale dedito alla creazione di falsi crediti IVA. Indagate 65 persone e sequestrati beni per 52 milioni di euro

Di Armando Modesto

VARESE. Un articolato meccanismo di frode realizzato attraverso il sistema basato sulle fatture per operazioni inesistenti emesse da numerosi prestanome, società inesistenti e con il concorso di numerosi professionisti compiacenti, il tutto finalizzato alla creazione di fittizi crediti IVA (quantificati in circa 52 milioni di euro) successivamente utilizzati per indebite compensazioni tributarie.

Militari della GDF impegnati in attività d’intercettazione telefonica

A disarticolare il sistema di frode sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Varese, che hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie – emesso dal GIP del Tribunale di Napoli – nei confronti dei soggetti ritenuti all’interno dell’associazione per delinquere dedita alla commissione di reati tributari.

La complessa indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica partenopea e condotta dagli specialisti del Nucleo Polizia Economico Finanziaria di Varese, ha consentito di svelare il meccanismo frodatorio escogitato da un folto e molto ben organizzato sodalizio, in grado di falsificare documenti di qualsiasi genere (dichiarazioni fiscali, fatture, timbri e sigilli di stato, brevetti e perizie giurate), allo scopo di creare tutta la documentazione necessaria a far apparire veri gli ingenti crediti IVA commercializzati, ed alimentare così il mercato fraudolento degli stessi.

Secondo quanto dimostrato dagli investigatori delle Fiamme Gialle, le modalità operative messe in atto dagli indagati si sostanziavano nella predisposizione di fatture per operazioni inesistenti e nella dichiarazione di fittizie cessioni interne agli Stati membri dell’Unione europea.

All’acquisto delle forniture certificate con le fatture false, corrispondevano operazioni attive relative a fittizie cessioni, con persone giuridiche dei Paesi membri UE, dunque operazioni non soggette a IVA.

Il meccanismo di frode si andava poi ad integrare con la predisposizione di operazioni non imponibili, escluse o soggette a particolari regimi IVA.

Venivano poi predisposti brevetti inesistenti e false asseverazioni giurate relative all’acquisto degli stessi.

L’indagine della GDF varesina si è estesa su tutto il territorio nazionale consentendo di far luce sulle attività del sodalizio criminoso, i cui vertici erano coadiuvati da professionisti compiacenti rintracciati tra commercialisti, revisori contabili, ragionieri, consulenti del lavoro ed ingegneri.

Nel corso delle indagini sono state avviate anche verifiche fiscali che hanno consentito di constatare una evasione IVA pari a 40 milioni di euro, oltre all’evasione delle imposte sui redditi e dell’IRAP.

In ragione dei circostanziati elementi probatori presentati dagli investigatori, la competente Autorità Giudiziaria ha disposto un sequestro preventivo “per equivalente” di beni e disponibilità finanziarie pari all’importo della frode, andando a colpire 39 persone fisiche e 30 società risultate intestatarie di circa 640 conti correnti (sui quali sono in corso i sequestri dei saldi attivi) con il parallelo sequestro di 52 immobili ubicati in diverse regioni d’Italia e di 25 automobili.

Al momento sono 65 le persone che – a vario titolo – risultano indagate per i numerosi e diversificati reati tributari venuti alla luce nel corso delle indagini.

Per gli indagati medesimi resta in ogni caso garantita la presunzione d’innocenza, almeno sin quando non sarà stata pronunciata nei loro confronti un’eventuale e definitiva sentenza di condanna.

 

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