Guardia di Finanza: accertato un 42% di irregolarità nelle domande presentate per beneficiare dei “Buoni Spesa Covid-19”. Avviate le procedure per il recupero dei soldi erogati

Di Armando Modesto

SAVONA. Oltre il 42% di irregolarità sulle domande presentate per beneficiare dei “Buoni Spesa Covid-19” sono decisamente troppe, specie per una piccola e relativamente tranquilla realtà territoriale come quella di Cairo Montenotte (SV), ma che i Finanzieri del Comando Provinciale di Savona hanno scoperto mettendo fine ad uno sfacciato illecito.

Sono state le Fiamme Gialle della locale Tenenza a far emergere la vicenda nell’ambito dei loro servizi svolti a tutela delle uscite di bilancio e per il contrasto degli illeciti in materia di spesa pubblica, durante i quali hanno svolto attenti quanto diffusi accertamenti che gli hanno permesso di riscontrare numerose irregolarità nel conseguimento del citato sussidio pubblico che, come noto, è stato previsto per sostenere economicamente le famiglie trovatesi in difficoltà economica (se non di vera e propria indigenza) durante il periodo della recente emergenza sanitaria.

Un posto di controllo della Guardia di Finanza di Savona

Sono state circa 400 istanze ammesse al suddetto beneficio dal Comune ma in cui i Finanzieri cairesi hanno evidenziato 171 posizioni irregolari, per effetto delle quali numerosi soggetti hanno così illegittimamente beneficiato dei contributi in parola.

Sul punto va rilevato come l’attenzione degli investigatori non si sia limitata al mero esame formale delle singole domande, bensì sia andata a rivolgersi anche agli effettivi e sostanziali riscontri delle informazioni riportate sulle istanze medesime.

Da tali accertamenti è dunque emersa la concessione di buoni spesa ai richiedenti pur in presenza di domande incomplete (in qualche caso addirittura in bianco), quando già da un semplice esame preliminare si sarebbero potute scorgere evidenti difformità formali che avrebbero bloccato a monte tale contributo.

La Guardia di Finanza durante l’attività d’ufficio

A conclusione delle attività ispettive in parola i Finanzieri operanti hanno dunque proceduto all’inoltro del rapporto-denuncia di danno erariale alla Procura Regionale della Corte dei Conti della Liguria, che ha già instaurato un giudizio di responsabilità per i fatti qui descritti.

Da tale rapporto emerge come il danno erariale complessivamente cagionato dall’erogazione dei suddetti “Buoni Spesa – Covid – 19” – in assenza delle condizioni normativamente previste – supera i 31.000 euro; soldi per i quali è stato già dato avvio alle relative procedure di recupero.

La vicenda qui descritta, anche se non riguarda cifre iperboliche, è comunque significativa di un ancora diffuso malcostume che porta troppi cittadini a “forzare” (nelle migliori delle ipotesi) le procedure per l’erogazione di contributi finanziari pubblici erogati dallo Stato o da Enti locali, ma sul quale la Guardia di Finanza oppone un’attenta opera di vigilanza affinché tali risorse vengano destinate soltanto a chi ne ha realmente bisogno.

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