Guardia di Finanza : ad Asti scoperta una maxi-evasione fiscale e contributiva nel settore della lavorazione carni. Eseguite tre misure cautelari e un sequestro di beni per circa 14,6 milioni di euro

Di Antonella Casazza

ASTI. Supera i 14 milioni e 594mila euro il sequestro di beni effettuato stamani dai finanzieri del Comando provinciale di Asti, a seguito di specifico provvedimento emesso dal GIP, nei confronti dell’amministratore unico di una società per azioni attiva nel settore della lavorazione carni.

Gli investigatori della GDF di Asti durante una verifica ai terminali

Lo stesso professionista è stato sottoposto agli arresti domiciliari insieme al rappresentante legale di una società a responsabilità limitata, mentre per un terzo soggetto è stato disposto l’obbligo di dimora.

La vicenda trae origine da un’indagine che la GDF astigiana – sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica – aveva condotto a seguito di una segnalazione pervenuta dall’Ufficio provinciale INPS di Asti, nella quale si evidenziava l’accertamento di una consistente evasione contributiva (oltre 1.000.000 di euro) verificatasi nel 2022.

I militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria sono riusciti a svelare un articolato schema fraudolento del quale facevano parte quattro società, tutte prive di una reale struttura e di mezzi, che nella realtà fungevano da meri serbatoi di manodopera.

Sempre stando alle risultanze acquisite dagli investigatori, le predette società si sarebbero succedute nel tempo nella stipula ed esecuzione di contratti d’appalto, riferiti questi alla somministrazione di prestazioni lavorative per la macellazione di animali.

Tali compagini, attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti (in questo caso ammontanti ad oltre 33 milioni di euro), avrebbero consentito una consistente evasione in favore della parte committente risultata essere una importante S.p.A. del settore alimentare.

In tal modo la società in questione – tra il 2014 ed il 2022 – avrebbe dunque beneficiato di un indebito risparmio di imposte per oltre 14 milioni e 594.000 euro (di cui più di 7 milioni 355 mila euro sono di IVA dovuta).

Per arrivare al completo delineamento dell’ingente frode fiscale, gli investigatori delle fiamme gialle hanno dovuto procedere all’escussione testimoniale di 30 persone, oltre che all’analisi di comunicazioni e supporti digitali aziendali.

Elementi di prova grazie ai quali è emersa la sostanziale inesistenza delle società appaltatrici, nonché dei loro artefatti rapporti inerenti alla fornitura di manodopera.

Quattro persone giuridiche esistenti solo sulla carta dunque, ma comunque utili per la realizzazione della descritta frode al cui vertice gli inquirenti pongono l’amministratore della società per azioni committente.

Al termine delle odierne operazioni, che hanno altresì visto l’esecuzione di diverse perquisizioni nel territorio delle province di Asti e Cuneo, oltre ai reati tributari nonché di concorso in illecita somministrazione di manodopera, l’Autorità Giudiziaria ha ravvisato in capo agli indagati anche il reato di false comunicazioni sociali.

Nella vicenda è comunque opportuno sottolineare come il relativo procedimento penale si trovi attualmente nella fase delle indagini preliminari, pertanto la responsabilità degli indagati non potrà essere dichiarata anticipatamente ad una eventuale sentenza definitiva di condanna, nel rispetto della presunzione d’innocenza costituzionalmente garantita.

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