Di Fabio Mattei
Enna. Un malcostume che torna a ripetersi e che diviene totalmente inaccettabile specialmente in questo momento storico dove il lavoro ed il reddito dei lavoratori costituisce uno dei più gravi problemi che attanagliano in Paese.
Problemi che più di qualcuno, evidentemente, sembra non porsi se addirittura un terzo dei dipendenti di un Comune finisce nel registro degli indagati per assenteismo.
Questo è quanto accaduto a Piazza Armerina (Enna) dove i Finanzieri del Comando Provinciale di Enna – al termine di un’operazione denominata “Torno subito” – hanno scoperto un diffuso quanto consolidato sistema del quale si avvantaggiava un elevato numero di dipendenti comunali.
Un sistema fatto di ripetute assenze ed allontanamenti ingiustificati dal posto di lavoro, messo in atto con il solito sistema del collega compiacente al quale consegnare il proprio badge di servizio da strisciare sui congegni marcatempo, risultando così regolarmente presenti nonostante si sia da tutt’altra parte per motivi che nulla hanno a che fare con la pubblica funzione per la quale si è retribuiti.
Stavolta, però, i soliti “furbetti del cartellino” sono stati incastrati da una minuziosa indagine delle Fiamme Gialle ennesi, condotta attraverso il posizionamento di microcamere negli uffici comunali, con riscontri documentali sui registri delle presenze e persino pedinamenti; ed un chiaro riscontro a queste attività di polizia giudiziaria lo ha fornito in special modo la giornata del giovedì (giorno del mercato settimanale cittadino) dove molti dipendenti si recavano in orario di lavoro per le proprie spese, a chiara dimostrazione di come il proprio ruolo lavorativo venisse tranquillamente posto in second’ordine.
Specifiche ipotesi di reato hanno poi riguardato i dipendenti in forza all’Ufficio Tecnico Comunale i quali, avendo la materiale disponibilità degli automezzi del Comune, ripetutamente li impiegavano per spostamenti personali causando così un ulteriore danno finanziario al citato Ente locale.
Al termine dell’indagine sono così stati 69 i soggetti complessivamente segnalati, tra dipendenti e impiegati nei cantieri pubblici, con accuse che – a vario titolo – li vedranno ora rispondere dei reati di truffa aggravata, peculato e irregolare attestazione delle prestazioni lavorative.
Tra questi 69 indagati, 13 sono stati altresì raggiunti dalla misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici per sei mesi, mentre altri 5 sono sottoposti all’obbligo di duplice firma presso gli Uffici di P.G. dove debbono recarsi subito prima e subito dopo il proprio turno di lavoro.
Oltre ai citati provvedimenti di natura giudiziaria, i Finanzieri operanti hanno, altresì, fornito al Comune di Piazza Armerina le posizioni di ogni singolo dipendente indagato, per il conseguente recupero delle somme a loro corrisposte mentre si trovavano in tutt’altre faccende affaccendati.
Sulla vicenda è il caso di ricordare come la tutela degli interessi della Pubblica Amministrazione, a pieno titolo rientri tra i compiti d’istituto demandati alla Guardia di Finanza, la quale – nel suo specialistico ruolo di polizia economico-finanziaria – si trova in prima linea nell’assicurare il controllo sulla spesa pubblica nonché la regolarità dei servizi erogati al cittadino-contribuente.
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