Guardia di Finanza: ad Oristano, sequestrato un patrimonio di oltre 16 milioni e 500 mila euro derivante da decenni di evasioni fiscali

Di Massimo Giardinieri

Oristano. È un sequestro da annoverare tra quelli davvero ingenti (oltre 16 milioni e 700 mila  euro) quello effettuato dai finanzieri del Comando Provinciale di Oristano e nel quale sono finiti immobili, terreni, partecipazioni societarie e relativi complessi aziendali, automezzi, altri beni di lusso nonché rapporti finanziari e bancari appartenenti ad un gruppo imprenditoriale sardo attivo in diversi settori e facente capo ad una famiglia dell’Oristanese.

 

L’operazione della GDF

La pesante misura di prevenzione patrimoniale disposta dal Tribunale di Cagliari giunge a seguito di una penetrante attività investigativa condotta dagli specialisti del locale Nucleo di Polizia Economico Finanziaria (PEF) i quali, sotto la direzione dalla Procura della Repubblica di Oristano nonché della Procura Distrettuale della Repubblica di Cagliari, sono riusciti a produrre comprovati elementi probatori che hanno così permesso di avanzare la proposta di adozione del citato provvedimento di sequestro, il quale tra l’altro rientra nelle fattispecie previste dal Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione.

Dalle mirate indagini che i finanzieri hanno portato a termine ricorrendo ad accurati accertamenti di natura bancaria e patrimoniale, peraltro estesi ad alcuni Paesi esteri mediante l’attivazione di specifici canali di cooperazione internazionale, è emerso come i soggetti colpiti dal sequestro, per effetto di evasioni fiscali ripetute oltre che attuate in maniera sistematica (accertate queste nel corso di contestuali  verifiche fiscali), avessero potuto – in oltre 30 anni – accumulare ricchezze illecite con le quali potevano mantenere un tenore di vita assai elevato, benché nettamente sproporzionato rispetto ai livelli reddituali dichiarati.

Il quadro che ne emerge secondo gli inquirenti è dunque sintomatico d’una conclamata pericolosità sociale sotto il profilo economico-finanziario, sia del segnalato, sia dei propri familiari, a maggior ragione se si considerano i molteplici procedimenti penali in cui lo stesso è stato in precedenza coinvolto a seguito della commissione di gravi reati tributari, fallimentari e patrimoniali, tra i quali la bancarotta fraudolenta nonché l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti; anche se – nel rispetto dei diritti delle persone indagate il cui caposaldo resta la presunzione di innocenza – saranno necessari ulteriori approfondimenti in attesa del giudizio processuale.

Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria titolare delle indagini, le aziende nonché tutti i beni finiti sotto i sigilli del Tribunale saranno ora affidati ad un amministratore giudiziario, appositamente nominato, il quale avrà il compito di curarne la corretta gestione.

A margine della descritta vicenda va ricordato come la ricerca e l’aggressione dei patrimoni acquisiti in maniera comunque illecita, rientri a pieno titolo tra le priorità operative della Guardia di Finanza oltre che costituire una imprescindibile condizione di ristoro per i danni causati da queste condotte criminose alla società civile.

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