ORVIETO (TERNI) – dal nostro inviato. Con il Comandante della Scuola di Addestramento di Specializzazione della Guardia di Finanza, Colonnello t.ISSMI Massimiliano Martina, Report Difesa ha analizzato come un Finanziere diventa un Basco Verde.

Il Comandante della Scuola di Addestramento di Specializzazione della Guardia di Finanza, Colonnello t.ISSMI Massimiliano Martina
Colonnello Martina, essere a capo di un Reparto di istruzione è un passaggio davvero molto importante per la carriera d’ogni Comandante di rango elevato.
Il contatto quotidiano con giovani allievi come con gli istruttori che provvedono alla loro formazione richiede un’azione di comando estremamente attenta ad ogni dettaglio, ma cos’è che diversifica essere il Comandante della Scuola Addestramento di Specializzazione rispetto alle altre Scuole del Corpo?
Effettivamente essere il Comandante della Scuola di Addestramento di Specializzazione comporta una responsabilità unica data la natura specifica della formazione fornita.
La differenza principale rispetto alle altre scuole del Corpo non è solo il livello di specializzazione richiesto, che pure caratterizza altri Istituti come la Scuola Nautica o la Scuola Alpina, ma la vera sfida è gestire una Scuola che addestra sia allievi provenienti dalla società civile che professionisti già formati per cui è richiesta flessibilità nell’insegnamento e nell’adattamento alle esigenze eterogenee dei partecipanti.
La varietà di esperienze e livelli di conoscenza richiede approcci differenziati nell’istruzione e nell’addestramento per assicurare un’esperienza formativa efficace per tutti i frequentatori.
Nel suo essere a contatto con i giovani che idea si è fatto sulle motivazioni che portano questi allievi finanzieri AT-PI a scegliere un periodo di addestramento psicofisico così intenso e severo, al quale seguiranno anni di servizio ben diversi rispetto al classico stereotipo del Finanziere che in giacca e cravatta esegue una verifica fiscale?
Sono rimasto molto colpito dalla motivazione dei ragazzi, che sono mossi principalmente da un forte desiderio di sfida personale, di crescita e di contribuire in modo significativo alla società, non sono intimoriti da una esperienza che li mette a dura prova fisicamente e mentalmente e che richiede sacrifici che i loro coetanei del mondo “civile” difficilmente affrontano.
Moltissimi sono attratti dall’esperienza di familiari o conoscenti che hanno svolto servizio nel comparto.
La reputazione e la storia di successi dei “Baschi Verdi” durante gli anni della lotta al contrabbando hanno contribuito a creare un’immagine di prestigio e senso di appartenenza che ispira questi giovani a seguire le orme di chi li ha preceduti.
Cosa consiglierebbe ad un giovane desideroso di diventare un “Basco Verde” della GDF prima di entrare nella vostra caserma di Orvieto?
Di prepararsi adeguatamente per affrontare le rigorose selezioni previste nel concorso pubblico e una volta entrato di assumere un atteggiamento positivo e rispettoso dei colleghi e degli istruttori.
Il periodo trascorso alla Scuola rimarrà per sempre positivamente impresso nella sua mente come un momento di crescita e maturazione e ogni temporaneo sacrificio sarà niente rispetto alle soddisfazioni personali che otterrà durante tutta la sua vita professionale.
Ad oggi, quali sono i corsi che eroga la Scuola e quanti militari riuscite a formare ogni anno?
L’Istituto è la struttura nazionale del Corpo deputata alla formazione specialistica nei settori difesa e sicurezza e costituisce un vero Polo d’eccellenza per le attività caratterizzate da più elevato profilo operativo, nonché per l’addestramento e la sperimentazione al tiro, lo studio di nuove armi e nuove tecniche di tiro e di difesa.
Attraverso un addestramento di post-formazione altamente qualificato, l’Istituto provvede all’addestramento dei “Baschi Verdi”, nonché degli istruttori di Tiro di 1° e 2° Livello, degli armaioli e dei tiratori scelti.
Parallelamente viene svolto il perfezionamento nelle tecniche di Polizia per il personale di ogni ruolo in formazione di base negli Istituti di Istruzione del Corpo.
La Scuola, inoltre, sotto l’egida del Ministero degli Affari Esteri, cura la preparazione del personale di Polizie e Dogane straniere addetto ai servizi di frontiera.
Sempre all’Istituto fa capo l’intero settore addestrativo cinofilo, curato da un apposito Centro ubicato alla sede di Castiglione del Lago, in provincia di Perugia.
Dal 2021, la Scuola cura anche la formazione degli allievi Finanzieri specializzati “Antiterrorismo e Pronto Impiego” che, all’esito di concorso pubblico, frequentano direttamente presso la Scuola un percorso formativo di base e specialistico di circa 10 mesi, impostato su 2 cicli didattici.
Nel 2023, suddivisi tra corsi di formazione di base e specialistica e corsi di aggiornamento si sono addestrati presso la Scuola ed il Centro Cinofilo circa 5 mila frequentatori.
Nelle attività di ordine pubblico, alla quale la Guardia di Finanza concorre attraverso le proprie aliquote AT-PI, l’incisività, la compattezza come la correttezza dei finanzieri sono testimoniate ormai da tante immagini, segno questo di un addestramento efficace quanto rigoroso, ma quanto e come la Scuola batte il tasto nel formare personale idoneo ad essere impiegato in questo specifico settore operativo?
La ringrazio. Effettivamente i militari AT-PI hanno ripetutamente dimostrato di saper gestire con elevata professionalità situazioni difficili durante scontri di piazza, caratterizzati da violenza e confronti accesi in cui si sono guadagnati la fiducia dei colleghi delle altre forze di Polizia.
I ragazzi vengono addestrati attraverso un programma di formazione specifico che include tecniche di analisi della psicologia delle folle, gestione delle situazioni di rischio, comunicazione efficace e controllo emotivo.
L’addestramento prevede simulazioni estremamente realistiche per mettere i futuri “Baschi Verdi” nelle condizioni di fronteggiare scenari complessi in modo professionale, efficace e rispettoso dei diritti dei cittadini.
Gli istruttori stimolano lo sviluppo di un forte spirito di gruppo e senso di appartenenza che sono fondamentali per garantire un efficace coordinamento e collaborazione durante situazioni ad alto rischio.
La promozione di una forte coesione e solidarietà tra gli allievi crea un ambiente di fiducia reciproca e supporto che favorisce la comunicazione e la rapida presa di decisioni, fondamentale in situazioni di emergenza.
I ragazzi si sentiranno una squadra unita e coesa, pronti a sostenersi a vicenda in un ambiente in cui ogni membro si sente valorizzato e parte integrante di un gruppo in cui vige fiducia e stima reciproca.
Comandante, il finanziere AT-PI – proprio per la dinamicità e la spiccata proiezione operativa che lo contraddistinguono – è un operatore di polizia che va formato anche attraverso un addestramento che è tipicamente militare, ma alla fine in che percentuale un “Basco Verde” è operatore di Polizia piuttosto che militare?
Come è noto la Guardia di Finanza è un Corpo di Polizia militarmente organizzato.
Alla Scuola il rispetto e la salvaguardia delle tradizioni è tenuto in massimo conto e l’attività formativa è fortemente incentrata sulla formazione di operatori di “Polizia” coniugando l’addestramento “militare” alle moderne tecniche che un operatore di polizia fortemente votato al controllo economico del territorio deve saper applicare.
Le competenze “militari” vengono comunque costantemente mantenute all’interno della Scuola anche grazie a un protocollo addestrativo con lo Stato Maggiore dell’Esercito che ci consente frequenti scambi formativi con la Forza Armata.
In una Scuola come questa il lavoro degli istruttori “sul campo” è assolutamente fondamentale, come fondamentali sono le motivazioni che spingono questi militari a “mangiare” la classica polvere durante ogni corso insieme agli allievi, qual è Comandante il Suo rapporto con loro e quali sono le qualità umane e professionali che gli richiede dalle quali non può prescindere?
Nella Scuola il lavoro degli istruttori è essenziale, poiché sono loro che plasmano e formano i futuri “Baschi Verdi” della GdF.
Questi istruttori, mi piace sottolineare tutti con precedente esperienza operativa sul campo, portano con loro il ricco bagaglio di conoscenze e competenze acquisite durante gli anni di servizio attivo.
Le motivazioni che spingono questi militari a condividere le fatiche e le sfide del corso insieme agli allievi sono spesso legate alla passione per l’insegnamento, al desiderio di trasmettere le proprie conoscenze, ma credo anche dal desiderio di passare il testimone a giovani che trasformeranno in uomini preparati e disciplinati.
Il mio rapporto con loro è improntato a mantenere un ambiente sereno, efficace e collaborativo, fornendo loro supporto, orientamento e le risorse necessarie.
Tra le qualità umane e professionali che chiedo ai miei istruttori ci sono la dedizione alla “missione” educativa, la capacità di comunicare in modo chiaro ed empatico, la “leadership” ispiratrice, l’abilità nell’incoraggiare e motivare gli allievi, nonché la capacità di mantenere la disciplina e il rispetto all’interno del gruppo.
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