Guardia di Finanza, Carabinieri e Vigili del Fuoco: scoperta a Treviso una tentata frode assicurativa da 2.000.000 di euro. Denunciate due persone

Di Gianluca Filippi

TREVISO. È stata un’attività interforze quella che ha visto operare congiuntamente la Guardia di Finanza, i Carabinieri ed i Vigili del Fuoco di Treviso i quali, al termine delle indagini e degli accertamenti tecnici di rispettiva competenza, hanno scoperto un tentativo di truffa ai danni di una compagnia assicuratrice.

Il tutto è partito da un incendio verificatosi ad inizio del 2022 che aveva gravemente danneggiato uno stabilimento manifatturiero sito nel Trevigiano, ma sulla cui origine dolosa si erano iniziati a sollevare i primi sospetti, anche perché nel sinistro entrava in gioco un indennizzo assicurativo da circa due milioni di euro.

Gli uomini della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e dei Vigili del Fuoco durante le indagini

Per tali motivi è stata, dunque, avviata un’attività investigativa che ha coinvolto i militari delle Fiamme Gialle e quelli dell’Arma oltre che i tecnici dei Vigili del Fuoco, i quali hanno dimostrato all’Autorità Giudiziaria inquirente come la devastazione dell’impianto, in realtà, avesse origine dolosa.

Sono poi stati gli investigatori dei Carabinieri a portare ulteriori prove dopo aver acquisito testimonianze, visionato filmati e analizzato tabulati telefonici, riscontri a seguito dei quali, tra l’altro, hanno potuto accertare la presenza dei due principali indagati nei pressi dell’azienda in concomitanza temporale con il verificarsi dell’incendio.

Gli elementi probatori finali forniti agli inquirenti sono stati, invece, prodotti dagli investigatori della Guardia di Finanza che, grazie agli accertamenti economico-finanziari condotti sulle possibili ragioni che avrebbero potuto giustificare una tale condotta delittuosa, hanno scoperto che – entro un anno dal sinistro – sarebbe andata in scadenza la rata di riscatto riferita al contratto di leasing dell’immobile incendiato; un pagamento di rilevante importo ma che gli stessi indagati non avrebbero potuto onorare se non attraverso un sostanzioso indennizzo assicurativo, che gli avrebbe altresì garantito l’acquisto di nuovi macchinari, arredi e attrezzature.

Il personale delle tre Istituzioni dello Stato al lavoro

All’esito delle descritte attività d’indagine il responsabile legale della società e la madre sono stati pertanto ritenuti responsabili di aver appiccato il fuoco all’impianto, reato che si integra con quello della frode assicurativa che la Procura della Repubblica di Treviso, a conclusione delle indagini preliminari, contesta all’interessato.

È comunque opportuno sottolineare come ai due indagati vada ancora riconosciuta la presunzione d’innocenza, così come previsto dal dettato costituzionale, pertanto ogni giudizio di colpevolezza nei loro confronti non potrà essere anticipato rispetto ad una eventuale e irrevocabile sentenza di condanna.

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