Di Massimo Giardinieri
Pescara. Ancora malaffare nella gestione di appalti di servizi all’interno della sanità pubblica ed ancora un’operazione condotta congiuntamente tra la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato che a Pescara – sotto il perfetto coordinamento della locale Procura della Repubblica – hanno dato esecuzione a cinque arresti domiciliari disposti nei confronti di altrettante persone, chiamate ora a rispondere dei reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e turbativa d’asta.
Le attività d’indagine, che hanno richiesto intercettazioni telefoniche ed ambientali, pedinamenti, perquisizioni ed anche sequestri documentali nonché di dispositivi informatici, hanno infatti consentito di svelare la fitta rete di connivenze illecite intessuta da un imprenditore pescarese, il quale è referente sul territorio di primarie società nazionali ed internazionali operanti nel settore medico-sanitario.
Nonostante le insistenti voci già circolate negli ambienti oggetto delle indagini, le attività degli investigatori della GDF e della PS sono comunque proseguite sino ad accertare l’esistenza di un ben collaudato meccanismo corruttivo che insisteva all’interno di un ufficio dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di Pescara; meccanismo che avrebbe pesantemente condizionato almeno cinque gare d’appalto per le quali erano stati stanziati fondi pari a 35.000.000 di euro.
La vicenda, peraltro un classico di questi casi, era “condita” da cene conviviali, promesse di incarichi prestigiosi e molto ben remunerati, nonché con le classiche “bustarelle” di denaro che il principale indagato – direttamente oppure attraverso i suoi più fidati collaboratori – faceva avere al direttore del citato ufficio sanitario, che poi “indirizzava” le gare d’appalto secondo le esigenze dello stesso imprenditore.

GDF – attività d’ufficio
Nel corso delle stesse indagini sono peraltro emersi altri particolari, legati stavolta a reati tributari come l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e la creazione di fondi neri, i quali avevano la finalità di creare idonee provviste occulte di denaro necessarie a coprire le non piccole “spese” derivanti dalle dazioni corruttive in parola.
Rapporti di natura chiaramente illecita a cui ha peraltro preso parte un altro funzionario infedele in servizio sempre nella predetta ASL, e che non si sono interrotti neppure quando una delle persone finite nell’inchiesta ha appreso di essere sottoposta ad indagini.
Inquietante anche la circostanza legata nel momento di massima gravità dell’emergenza Covid, allorquando un altro imprenditore (anch’esso finito mani e piedi nel mirino degli investigatori) sfruttando a dovere la rete di relazioni e di rapporti d’affari instaurata con il funzionario pubblico di cui sopra, in cambio di soldi nonché di altre “utilità” – delle quali ha beneficiato anche un altro dei dirigenti sanitari coinvolti – era riuscito a risultare “affidatario diretto” di diverse commesse ordinate dalla ASL pescarese, nonché aggiudicatario di altre gare che avevano per oggetto le allora urgentissime forniture di dispositivi di protezione individuale, conseguendo in tal modo ingenti profitti oltre che ad estromettere dall’affare gli altri potenziali fornitori del settore.
Ravvisando dunque come gravi e sussistenti gli indizi di colpevolezza a carico degli indagati per reati di cui sopra, che oltretutto sono stati considerati come continuati, al GIP del Tribunale di Pescara non è dunque rimasto che disporre i conseguenti arresti domiciliari mentre per la stessa vicenda risultano al momento coinvolte altre 13 persone, le cui posizioni sono tutt’ora al vaglio degli inquirenti e che potrebbero dunque rivelare nuovi particolari utili all’inchiesta.
Come per tutti i casi sottoposti alle valutazioni dell’Autorità Giudiziaria, a maggior ragione se nella fase preliminare delle indagini, è in ogni caso opportuno ricordare come per ogni persona indagata valga il principio della presunzione di innocenza (garantito dall’art. 27 della Costituzione italiana), sin quando nei confronti dei presunti responsabili non sia intervenuta una sentenza definitiva di condanna.
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