Di Armando Modesto
REGGIO CALABRIA. Era sfuggito alla lunga sequenza di arresti operati ieri dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria, con i quali era stata sgominata un’organizzazione che curava – per conto della ‘ndrangheta – gli sbarchi di cocaina al porto di Gioia Tauro.
Per gli investigatori il ricercato in questione non poteva comunque essere lontano, per questo, fidando negli ottimi rapporti di collaborazione e di raccordo operativo con l’Arma dei Carabinieri, l’uomo è stato rintracciato ed arrestato.
I finanzieri del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (GICO) avevano localizzato un immobile a Platì (RC) dove il ricercato presumibilmente si era nascosto, ma l’intervento richiedeva comunque tempi rapidi oltre che il supporto d’una componente specialistica che molto bene conosce quel territorio, come quella dello Squadrone Eliportato “Cacciatori” dei Carabinieri di Vibo Valentia.
I carabinieri dello Squadrone Cacciatori
L’operazione è dunque scattata in un amen ed i “Cacciatori” dell’Arma intervenuti sul posto non ci hanno messo molto ad individuare, proprio nello stabile indicato dagli investigatori, un vero e proprio bunker dove il soggetto in questione era infatti riparato per sottrarsi alla cattura.
È d’altronde noto come lo Squadrone Eliportato “Cacciatori” dei Carabinieri di Vibo Valentia rappresenti una delle punte di diamante dell’Arma, e la sua costituzione avvenuta oltre 30 anni orsono fu necessaria proprio per combattere gravi forme di
come quella dei sequestri di persona, ma per il cui contrasto erano però fondamentali velocità d’azione, personale specificamente equipaggiato e addestrato, ed anche una perfetta conoscenza dei particolarissimi contesti urbani oltre che boschivi in cui si è chiamati ad operare.
Dotazioni e qualità indiscusse grazie alle quali i “Cacciatori” dal caratteristico basco rosso sono riusciti a catturare pericolosi ‘ndraghetisti d’elevato peso criminale, dei quali si era ormai persa ogni traccia.
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