Guardia di Finanza: con l’aiuto dei Carabinieri scoperte le mani della camorra sullo spaccio di cocaina e hashish in Versilia. Eseguiti 9 arresti

Di Armando Modesto

LUCCA. Ancora un’operazione congiunta tra Carabinieri e Guardia di Finanza, avvenuta stavolta a Viareggio (LU), e che alle prime luci dell’alba ha visto l’esecuzione di quattordici provvedimenti restrittivi della libertà personale emessi nei confronti di altrettante persone (delle quali 4 in carcere, 5 agli arresti domiciliari e 5 con obbligo di dimora), attualmente indagate per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

L’attività in questione, più nel dettaglio, ha consentito di stroncare un vasto commercio di droga attivo in tutta la Versilia del quale facevano parte numerose persone – peraltro già connotate da un certo spessore criminale – ritenute responsabili di tale traffico illecito.

Operazione congiunta tra la Guardia di Finanza e Carabinieri

Negli odierni arresti sono stati impegnati più di 100 militari dell’Arma nelle province di Lucca, Napoli e Pisa, con impiego di unità cinofile, aliquote di primo intervento e squadre operative di supporto, mentre contestualmente alle citate operazioni oltre 30 finanzieri del Comando Provinciale di Lucca – Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF), hanno eseguito nella la città di Firenze e nella zona del versiliese numerose perquisizioni che hanno interessato una decina di soggetti, nei cui confronti sarebbero emersi fondati sospetti inerenti a pesanti infiltrazioni illecite nel tessuto economico della costa lucchese.

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Firenze, presero avvio a marzo 2021 per opera del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Lucca, che difatti cominciò a indagare su un esteso traffico di stupefacenti andandosi successivamente a concentrare sulle attività d’un gruppo di persone d’origini campane da tempo stabilitosi in quella zona della Toscana.

Per gli investigatori dell’Arma quello stesso gruppo era però contiguo a ben strutturati ambienti della criminalità organizzata di matrice camorristica attivi tra le province di Napoli e Lucca, oltre che gestito in grande stile visto che era capace di trattare ed acquistare all’ingrosso considerevoli partite di cocaina e hashish.

Gli stupefacenti, sempre stando a quanto dimostrato dagli investigatori, venivano poi “confezionati” all’interno di una pizzeria di Viareggio, nonché distribuiti ai “rivenditori” della Versilia che poi li riversavano alla minuta vendita attraverso i loro pusher.

Tali operazioni avvenivano ovviamente con tutti i dovuti accorgimenti, come quello di usare autovetture sempre diverse per gli approvvigionamenti della “robba”, nonché di appoggiarsi alla suddetta pizzeria solo negli orari di chiusura, stratagemmi che in breve tempo avrebbero permesso al gruppo di trafficanti in questione di “spingere” sul mercato clandestino molti kg di “polvere bianca” oltre che di “fumo”.

GDF – CC sequestro immobile (immagine di repertorio)

Da rilevare come nella medesima attività d’indagine la DDA fiorentina non abbia trascurato tutte le altre eventuali implicazioni finanziarie connesse alla vicenda, delegando al riguardo gli specialisti della Guardia di Finanza, affinché provvedessero agli adeguati accertamenti di natura bancaria e patrimoniale, mirati questi ad accertare l’eventuale riciclaggio di capitali illeciti ad opera di pregiudicati.

Proprio a seguito di tali accertamenti è stato così possibile accertare l’acquisizione di uno storico stabilimento balneare di Viareggio (uno dei più antichi d’Italia ma oggi non più nella disponibilità degli indagati), che era peraltro divenuto abituale luogo d’incontro per business illeciti.

Tali incontri d’affari erano peraltro direttamente curati dal principale indagato (il capostipite di una nota famiglia campana attiva da diversi anni in Versilia) e che oggi figura nell’elenco delle persone finite in carcere; un soggetto con alle spalle un suo excursus criminale atteso che era già stato condannato in via definitiva per il reato di usura aggravato dal metodo mafioso.

Si è trattato dunque di un’attività investigativa a tutto tondo, che la DDA di Firenze ha saputo mettere a frutto coordinando con la massima efficacia sia i Reparti investigativi dei Carabinieri, sia quelli della Guardia di Finanza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Autore