Guardia di Finanza: Cosenza, operazione “Demetra” e scacco al fenomeno del “caporalato”. Eseguiti 52 arresti e sequestrate 14 aziende agricole.

Di Fabio Mattei

Cosenza. Sono oltre 300 i finanzieri in forza ai Comandi Provinciali di Cosenza, Catanzaro e Crotone, impegnati dalla scorsa notte in un’operazione di contrasto al fenomeno del “caporalato” che vede 60 persone indagate per associazione a delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, nonché al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

La maxi operazione della Guardia di Finanza, al momento, ha portato all’esecuzione di 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 38 ordinanze di arresti domiciliari e 8 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Parallelamente a questi provvedimenti firmati dal GIP del Tribunale di Castrovillari, i militari delle fiamme gialle hanno altresì effettuato un sequestro preventivo di 14 aziende agricole ubicate tra le province di Matera e Cosenza – per un valore stimato in circa 8 milioni di euro – nonché di 20 automezzi utilizzati dai “caporali” per il trasporto nei campi della manodopera da loro reclutata.

L’operazione “Demetra” aveva presso le mosse da uno dei tanti controlli su strada che i finanzieri compiono ogni giorno nell’ambito della loro peculiare funzione di controllo economico del territorio. Nel caso specifico, era stata una pattuglia della Tenenza GDF di Montegiordano (Cosenza) a fermare un furgone con a bordo 7 braccianti provenienti dalla piana di Sibari, diretto verso le campagne lucane.

Le preliminari attività d’indagine scaturite proprio da quel controllo hanno condotto, sin dalle prime battute, all’identificazione di numerosi soggetti (in particolare pakistani, magrebini e cittadini esteuropei), inseriti in una ben organizzata quanto fiorente attività di sfruttamento illecito del bracciantato agricolo, ma anche al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

A questa iniziale attività di identificazione, gli inquirenti hanno dunque fatto seguire intercettazioni telefoniche ed altre mirate attività di polizia giudiziaria come pedinamenti, appostamenti, localizzazioni GPS, sequestri ed acquisizioni di documenti; attività che si sono poi rivelate fondamentali del tracciare un quadro investigativo ampio ma ben delineato.

Proprio in base alle accurate ricostruzioni compiute dalla GDF cosentina, è così emersa l’esistenza di due distinte organizzazioni delinquenziali, la prima composta da “caporali” e “sub-caporali” che stabilivano le modalità di reclutamento, le condizioni di lavoro dei braccianti nonché la loro gestione, a cui si aggiungono i responsabili delle aziende agricole i quali, fidando nei consolidati rapporti di affari intercorrenti con i “caporali”, sfruttavano lavoratori in stato di bisogno con paghe giornaliere irrisorie, condizioni di lavoro massacranti ed alloggi ricavati in stabili fatiscenti, tutto ciò mediante un collaudato sistema basato su false assunzioni che, tra l’altro, consentivano ai titolari delle aziende di conseguire forti risparmi fiscali e previdenziali.

Di non secondaria importanza era poi l’appoggio amministrativo rappresentato da un impiegato del Comune di Rossano (Cosenza) il quale, abusando della sua posizione di funzionario pubblico, di fatto favoriva gli interessi criminali dell’organizzazione rilasciando documenti d’identità e certificati di residenza in favore dei braccianti reclutati dai “caporali”, con il chiaro fine di consentirne la fittizia assunzione da parte delle aziende coinvolte nell’indagine.

Guardia di Finanza in azione

Non meno gravi sono anche le reiterate condotte illecite di cui sono accusati i membri della seconda organizzazione, i quali, oltre allo sfruttamento illecito del bracciantato, erano altresì attivi nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Proprio in capo a questa seconda organizzazione, gli inquirenti hanno infatti appurato l’esistenza di una stabile struttura delinquenziale che, dietro il pagamento di cospicue somme di denaro, organizzava matrimoni “di comodo” il cui unico scopo era quello di assicurare la presenza sul territorio italiano di numerosi immigrati irregolari, nonché di favorire – mediante l’ottenimento di permessi di soggiorno per motivi di ricongiungimento familiare – l’ingresso in Italia di persone residenti all’estero.

L’illecito cerchio veniva successivamente perfezionato con tanto di nozze tra finti fidanzati organizzate presso il comune di residenza, prima di venir chiuso da una conseguente procedura di separazione che puntualmente interveniva non appena decorsi i previsti termini di legge.

L’odierna operazione della Guardia di Finanza di Cosenza, oltre a tutelare i lavoratori del settore agricolo, mira altresì a garantire gli interessi di un settore vitale per l’economia italiana come senza dubbio è quello della produzione agroalimentare in tutte le sue forme; un settore costituito da oltre 1.600.000 aziende che, seppur pur fortemente colpite da una grave recessione economica, continuano comunque ogni giorno ad operare nella legalità garantendo al Paese ad all’Unione europea il necessario approvvigionamento alimentare.

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