Di Aldo Noceti
Cosenza. Si tratta di un imprenditore attivo nel settore alberghiero, in quello immobiliare ed anche in quello della compravendita di autoveicoli, ma il suo passato – già dagli anni ’80 – lo aveva visto protagonista di gravi reati economico-finanziari che, commessi un arco di tempo piuttosto lungo, gli avrebbero permesso di accumulare un notevole patrimonio secondo un cliché piuttosto comune in questi casi.
Ed è proprio partendo da questi presupposti che si è sviluppata una penetrante indagine condotta dai finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, peraltro messi sull’avviso anche dall’evidente sproporzione esistente tra i redditi dichiarati dal preposto nonché dai suoi prossimi congiunti, rispetto alla sua effettiva disponibilità patrimoniale che il soggetto stesso, tra l’altro, aveva tentato di mistificare ricorrendo agli immancabili “prestanome”.
Come detto sopra, i precedenti “storici” dell’imprenditore facevano balenare agli occhi degli investigatori una sua dimostrata propensione all’usura, alla truffa ed anche all’estorsione che doveva aver praticato con un certo “profitto”, ma i successivi approfondimenti investigativi (peraltro integrati dalle risultanze derivanti da indagini condotte da altre Procure della Repubblica) hanno dimostrato come lo stesso indagato fosse ancora in stabili rapporti con soggetti specializzati in truffe ai danni dell’Erario nonché alle bancarotte.
“Skills” dunque a lui molto utili e che, grazie all’ottenimento di reciproci vantaggi, gli hanno permesso di mettere a segno frodi non soltanto nel suo territorio d’origine, bensì anche in Lombardia e nel Lazio.
Da rilevare come per il buon esito delle indagini fondamentale sia stata la minuziosa opera di ricostruzione dei flussi finanziari, riconducibili allo stesso indagato, compiuta dagli specialisti del Nucleo Speciale Polizia Valutaria (NSPV), i quali hanno operato con mirata efficacia andando altresì ad esaminare numerose “sos” (acronimo di segnalazioni operazioni sospette).
Il dettagliato quadro probatorio fornito agli inquirenti, ha quindi consentito alla Procura della Repubblica cosentina di richiedere al competente Tribunale il pesante sequestro – finalizzato alla successiva confisca – del patrimonio nelle disponibilità dell’imprenditore al centro dell’inchiesta.
Tra i beni finiti sotto sequestro (valore complessivo 6.000.000 di euro) figurano due strutture alberghiere site in provincia di Cosenza, novantanove immobili sparsi sempre nella citata provincia oltre che in quelle di Milano, Varese e Roma, diciotto autovetture e due moto di grossa cilindrata, oltre che diverse quote societarie, rapporti bancari e finanziari.
Come dimostrato dalla descritta indagine, le possibilità di accertamento e rintraccio di ricchezze illecitamente acquisite richiede competenze investigative di notevole livello, ma gli strumenti di cui oggi si avvale la Guardia di Finanza consentono di scandagliare a fondo ogni situazione andando anche piuttosto a ritroso nel tempo, il che rende sempre più difficile ogni manovra ed ogni stratagemma documentale volto a dissimulare la reale proprietà di questi patrimoni, che le fiamme gialle ricercano incessantemente anche per restituire alla società civile ciò che gli stato tolto attraverso la commissione delle più disparate fenomenologie criminose.
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