Guardia di Finanza: dai controlli doganali nel porto di Bari salta fuori una collezione di macchinette ed obiettivi fotografici trafugati a febbraio scorso nel trevigiano. Denunciato un cittadino albanese

Di Aldo Noceti

Bari. I furti in appartamento sono tra i crimini comuni più odiosi perché, oltre a violare l’intimità della casa, molto spesso sottraggono ai derubati oggetti che hanno un grande valore affettivo e dei quali è molto spesso difficile rientrarne in possesso.

Non è stato però questo il caso di una consistente collezione di macchine fotografiche ed obiettivi trafugati ad un anziano 77enne di Fregona (TV) deceduto lo scorso mese di febbraio.

Sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Bari in servizio presso il porto cittadino, unitamente al personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, a rintracciare la collezione di apparecchiature fotografiche in argomento, peraltro appartenuta ad una persona che in vita aveva conseguito diversi premi proprio per la sua attività di appassionato fotografo.

Finanzieri del Comando Provinciale di Bari impegnati in un controllo nel porto della città

Un furto doppiamente deplorevole se solo si considera che era avvenuto proprio il giorno dei suoi funerali, tanto che il Sindaco del piccolo comune trevigiano aveva fatto pubblico appello affinché le apparecchiature in questione fossero restituite alla famiglia.

Quando ogni possibilità di rientrare in possesso del maltolto sembrava ormai perduta, la refurtiva è invece saltata fuori durante un normale controllo compiuto su un furgone condotto da un cittadino albanese in procinto di imbarcarsi per far ritorno nel suo paese.

L’uomo, residente in provincia di Padova, ha così iniziato a mostrare a finanzieri e doganieri gli oggetti che stava trasportando nonché i documenti doganali che li scortavano, probabilmente confidando sul fatto che quello sarebbe stato un semplice controllo di routine e che non si sarebbe protratto oltre lo stretto tempo necessario, ma così invece non è stato poiché gli operatori della GDF e dell’ADM hanno comunque rinvenuto in due scatole le macchine fotografiche ed i loro obiettivi ottici (tutta attrezzatura di livello professionale dal valore complessivo stimabile in oltre 30mila euro) che infatti non figuravano tra l’elenco degli oggetti dichiarati in esportazione.

Le macchie fotografiche rubate

Intuendo subito che quella costosa apparecchiatura fosse provento di furto, è così stata avviata la ricerca sulle banche-dati di Polizia che ha confermato come gli oggetti in questione fossero stati in realtà trafugati scassinando la cassaforte domestica in cui erano custoditi, prima di essere denunciati presso la Stazione Carabinieri di Vittorio Veneto (TV).

Eseguite tutte le previste procedure burocratiche e giudiziarie, la Procura della Repubblica di Bari ha dunque disposto l’immediata restituzione dei citati oggetti alla moglie del defunto.

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