Guardia di Finanza: dentro lo scalo aereo di Fiumicino. Il controllo di passeggeri e merci ha valenza strategica nel contrasto a illecite violazioni di ogni genere

FIUMICINO (ROMA) – dal nostro inviato. Guardare le mani dei militari della Guardia di Finanza che operano nello scalo aeroportuale di Fiumicino (Roma) mentre controllano i bagagli dei passeggeri in arrivo nella Capitale, è come assistere all’esecuzione di un brano musicale sul piano.

Con molta attenzione nel muovere i contenuti di valigie e borse e con estrema educazione, ogni giorno, portano a casa notevoli risultati.

PICCOLA STORIA DELL’AEROPORTO

L’Aeroporto Internazionale di Roma-Fiumicino “Leonardo da Vinci” è situato a circa 30 chilometri dalla Capitale.

Uno dei Terminal di Fiumicino

Ogni 30 secondi-un minuto atterra un aereo. Ci sono momenti definiti “clou” dove gli aeromobili sono tutti in fila. Ma ci sono anche momenti dove gli atterraggi sono più dilatati.

Fino ad ottobre scorso i passeggeri sono stati pari ad oltre 25 milioni in un anno.

E’ il primo scalo aereo per numero di passeggeri ed il secondo, dopo Milano Malpensa, per le merci.

Nel 1947, per rispondere all’aumento sempre maggiore del traffico aereo (lo scalo di Ciampino era infatti diventato troppo piccolo) il Governo pensò di costruire un nuovo aeroporto.

Furono così individuate tre aree: Magliana Vecchia (Sud-Ovest della città), Castel di Decima (a Sud), e Casal Palocco (lungo la strada per Ostia).

Nel 1952, la Direzione Generale dell’Aviazione civile presentò, un nuovo progetto per la costruzione di un aeroporto in un’area limitrofa alla foce del Tevere con due piste perpendicolari.

Per l’aerostazione vera e propria furono presi due progetti presentati.

Il progetto definitivo fu approvato nell’agosto del 1958.

I lavori per la costruzione dell’aeroporto durarono 21 mesi.

Durante gli scavi per la costruzione emersero i resti di cinque navi dell’antica Roma.

I relitti furono trasferiti al Museo delle Navi di Fiumicino, costruito appositamente.

L’aeroporto fu ufficialmente aperto il 15 gennaio 1961, con due piste, andando così a rimpiazzare subito Ciampino che rimase in servizio per i voli nazionali e i voli charter.

Il primo aereo di linea ad atterrare a Fiumicino, la notte fra il 14 e il 15 gennaio di quello stesso anno fu un Lochheed Constellation della Compagnia aerea americana TWA.

Passeggeri di un volo TWA a Fiumicino

Il volo proveniva da New York e aveva a fatto uno scalo tecnico a Tunisi.

Il Leonardo da Vinci aveva comunque già accolto, sin dall’agosto 1960, alcuni voli charter, per alleviare il traffico aereo che stava congestionando Ciampino durante le Olimpiadi.

Negli anni ’60 l’Alitalia investì notevolmente nel nuovo scalo, costruendo hangar e centri di manutenzione per i suoi DC 8.

E, nel 1973, fu aperta la terza pista (16L/34R) e fu costruito un nuovo hangar per accogliere i nuovi Boeing 747.

Un Boeing 747 dell’Alitalia

Nello stesso anno, una legge dello Stato conferì la gestione dello scalo alla società Aeroporti di Roma SpA che iniziò ad operare nel 1974.

L’aeroporto di Fiumicino è ricordato nella storia del terrorismo perché terroristi palestinesi legati ad Abu Nidal compirono due attacchi.

Il primo, quello del 1973, di cui quest’anno ricorre il 50° anniversario, provocò la morte di 30 persone, tra cui quella del Finanziere Antonio Zara, Medaglia d’Oro al Valor Militare e il ferimento di 20.

Il Finanziere Antonio Zara

Un altro attentato è quello del 1985 che vide la morte di 13 persone e il ferimento di 99.

VIAGGIO NELL’AEROPORTODI FIUMICINO

Come detto, oggi lo scalo di Fiumicino è uno dei più importanti d’Europa e del mondo.

Con specifico riferimento all’area merci dell’aeroporto, alla Guardia di Finanza è demandata l’esecuzione di attività di polizia doganale presso i magazzini della “Cargo City”.

Qui operano i militari del 2° Nucleo Operativo del Gruppo di Fiumicino della GDF, in stretta collaborazione con i funzionari doganali.

 

Controllo delle merci da parte dei militari delle GDF

Il loro lavoro inizia in ufficio, dove attraverso un’approfondita attività di analisi, vengono quotidianamente individuate le spedizioni commerciali ritenute a rischio, sulla base, ad esempio, della provenienza del volo o di anomalie circa il contenuto dichiarato.

Le provenienze maggiormente tenute sotto osservazione sono, ad esempio, quelle dall’Asia orientale (per le merci contraffatte) o dal Sud America (per le sostanze stupefacenti).

Successivamente, i militari si recano presso i magazzini, immensi locali dedicati al deposito temporaneo della merce, alla ricerca delle spedizioni selezionate da sottoporre a controllo.

Una volta individuate, vengono aperte, prestando attenzione a non recare danni al contenuto, e vengono accuratamente disaminate all’interno con particolare riferimento – tra l’altro – al contrasto del traffico internazionale di sostanze stupefacenti, del contrabbando e della contraffazione e alla tutela del “Made in Italy”.

I Finanzieri hanno a disposizione anche una macchina radiogena, ma è l’esperienza maturata sul campo dagli operanti a giocare un ruolo fondamentale nella ricerca di irregolarità.

Le immagini da un radiogeno

In caso di esito positivo, l’ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) procederà a sottoporre la spedizione a vincolo doganale; seguiranno poi accertamenti amministrativi e penali, con apposita segnalazione all’Autorità competente.

Se invece non viene riscontrato nulla di irregolare i colli vengono richiusi.

La diffusione della pandemia da Covid-19 ha drasticamente ridotto il numero di movimentazioni merci e ha comportato anche alcune variazioni delle dinamiche connesse ai flussi merci.

A titolo esemplificativo, molte Compagnie aeree hanno interrotto i collegamenti diretti con paesi come il Venezuela, il Perù, il Cile, tutti considerati dagli investigatori – da sempre – a rischio proprio per il traffico di sostanze stupefacenti.

Per la Guardia di Finanza, ancor più in ambito aeroportuale, il contrasto al traffico di sostanze stupefacenti è una delle priorità.

LA GUARDIA DI FINANZA ED IL CONTROLLO DOGANALE SULLA COMMERCIALIZZAZIONE DELLE SPECIE ANIMALI E VEGETALI A RISCHIO DI ESTINZIONE

Le Fiamme Gialle dello scalo aeroportuale romano, attraverso la Squadra Operativa Volante – CITES, controllano negli spazi doganali le spedizioni commerciali di flora e fauna in via di estinzione, in osservanza della Convenzione di Washington (CITES) del 1973 e del Regolamento (CE) 338/97.

Due esemplari di Falco pellegrino scoperti dalla GDF di Fiumicino nel corso di un controllo

Lo scopo fondamentale della Convenzione è quello di garantire che, ove sia consentito, lo sfruttamento commerciale internazionale di una specie di fauna o flora selvatiche sia sostenibile per la specie e compatibile con il ruolo ecologico che la specie riveste nel suo habitat.

Attualmente i Paesi che hanno ratificato ed aderito alla Convenzione sono 184, compresi quelli dell’Unione Europea, tra cui, il 19 dicembre 1975, l’Italia.

Per tutte le info si può cliccare il seguente sito: https://www.mite.gov.it/pagina/cites-convenzione-di-washington-sul-commercio-internazionale-delle-specie-di-fauna-e-flora

Nel corso delle numerose indagini, il tecnicismo dei militari della GDF ha consentito il deferimento all’A.G. di importatori di ingenti quantitativi di coralli nascosti in carichi all’apparenza regolari, ma che in realtà celavano un quantitativo dichiarato inferiore a quello reale.

Le operazioni hanno permesso il sequestro e la confisca della merce ma non solo.

Oltre alle spedizioni commerciali, i controlli vengono fatti anche sui passeggeri. E così come è accaduto per i coralli, dinamiche similari hanno riguardato tartarughe vive che viaggiavano in occulto a seguito di un passeggero.

Nel caso di un controllo sui bagagli dei viaggiatori, qualora un Finanziere addetto alla vigilanza doganale dovesse rinvenire nel bagaglio personale qualcosa di anomalo con la presenza di animali o piante protette dalla Convenzione, allerta i colleghi del CITES per le verifiche merceologiche del caso e dopo aver individuato la specie di appartenenza, verbalizza le operazioni effettuate.

Gli animali protetti dalla Convenzione di Washington, essendo animali non convenzionali, potrebbero essere venduti a persone “con dubbia moralità, ed occultati nei più inimmaginabili nascondigli, come scatole di scarpe, intercapedini di valigie o nei calzini.

Purtroppo, in casi sempre spesso più frequenti, l’animale nel corso del viaggio può perdere la vita o subire traumi irreparabili. La criminalità organizzata, negli ultimi anni, ha visto nel traffico di animali in via di estinzione un mercato sempre più fiorente ed attraverso il riciclaggio di denaro sporco, ha investito nell’acquisto di “specimen” predati direttamente nel loro habitat naturale.

 

Il profitto illecito è molto alto, basti pensare che una zanna di avorio di un’elefantessa dal peso di 30 chili al dettaglio – “nero” – vale circa 30 mila euro.

La difficoltà nel riconoscere le specie protette, sta proprio nel numero di flora e fauna che rischia l’estinzione, visto che la CITES protegge circa 5 mila animali e 30 mila piante.

Il nostro Paese si avvale anche di esperti universitari, che per studio conoscono le varie specie in flora e fauna in via di estinzione.

Da ogni parte del mondo, attraverso l’aeroporto di Fiumicino e Ciampino, arrivano anche parti di “specimen” sotto forma di medicinali etnici che servono per la cura di malattie, il cui commercio in Italia è vietato.

I militari del Corpo, ultimamente, hanno dato un duro colpo al traffico illecito di “ittio fauna”, scoprendo varie spedizioni di coralli e pesci tropicali marini proveniente dal Sud Est asiatico, privi sia delle autorizzazioni sanitarie, sia della documentazione comprovante la lecita origine.

Ma quale dovrebbe essere il giusto modo per introdurre specie di animali protette? L’esportatore di un Paese extra Ue per far arrivare nella Comunità Europea una spedizione commerciale di animali e/o piante rientranti nella normativa CITES, dovrebbe rivolgersi presso la propria Autorità CITES, alla quale comunicare la specie che sta esportando, dichiarandone sia il nome comune, sia il nome scientifico (in latino) e le quantità che intende esportare.

Al termine dell’iter amministrativo poi, viene rilasciato un Certificato di Esportazione.

L’importatore, a sua volta, deve contattare gli uffici del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale e comunicare quanto dichiarato nel Certificato di Esportazione estero.

Il suindicato Ministero, dopo aver inoltrato la richiesta alla Commissione Scientifica CITES del Ministero dell’Ambiente e aver ottenuto il nulla osta all’ingresso degli “specimen”, rilascerà un Licenza Import che contiene gli stessi dati dell’export.

Giunta la merce in aeroporto, la GDF verifica i due certificati e che le specie indicate siano le stesse annotate sulla documentazione a corredo, attraverso un controllo documentale e merceologico delle specie importate.

Nel caso in cui gli animali vengono importati senza le autorizzazioni di rito, gli stessi vengono sequestrati e inviati presso strutture idonee ad ospitarli.

Al fine di sensibilizzare sempre di più il cittadino su tale tematica, ogni anno la GDF tiene dei cicli di lezioni nelle scuole di vario ordine e grado, dove viene illustrata l’attività delle Fiamme Gialle presso i confini politici e terrestri della Nazione, invitando il “futuro viaggiatore” che si appresta per la prima volta a visitare l’Africa, l’America Latina o il Sud Est asiatico a fare acquisti oculati sempre nel rispetto della normativa internazionale e a non “prelevare” nessun essere vivente o parte di esso dal proprio habitat naturale.

La cooperazione “enforcement” a livello internazionale e la collaborazione con le altre Forze di Polizia italiane, fa sì che attraverso lo scambio informativo vi sia sempre più un energico contrasto al traffico internazionale di “specimen” a livello mondiale.

Il personale CITES della Guardia di Finanza, si forma attraverso corsi specifici

Il personale CITES del Corpo della Guardia di Finanza, si forma attraverso corsi specifici predisposti sia dal Comando Generale, sia dalla Scuola di Polizia Economica Finanziaria, sia dai Centri Addestramenti Regionali, per essere sempre pronti a rispondere ad ogni esigenza operativa e normativa.

LA VIGILANZA ANTI TERRORISMO DELLA GUARDIA DI FINANZA A FIUMICINO

I Baschi Verdi della GDF che operano nello scalo aeroportuale di Fiumicino rientrano nel Dispositivo di Sicurezza Aeroportuale.

Quest’ultimo è un dispositivo interforze costituito dalla Guardia di Finanza, dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri che garantisce, ogni giorno per tutto l’arco della giornata, la vigilanza dell’aeroporto.

Controlli dei Baschi Verdi delle Fiamme Gialle

In aggiunta, vengono svolti anche dei servizi congiunti con l’Esercito nel quadro dell’Operazione nazionale “Strade Sicure”.

Ci sono postazioni di presidio fisso oltre che turni di vigilanza dinamica nelle zone dell’aeroporto ritenute più sensibili e, in particolare, presso i varchi di accesso all’aerostazione e nell’area dedicata agli arrivi.

Il ruolo dei Baschi Verdi della Guardia di Finanza è quello di concorrere con le altre Forze di Polizia all’attività di sicurezza diretta alla prevenzione e contrasto degli atti di terrorismo e di turbativa, nonché al mantenimento dell’ordine e sicurezza pubblica in occasione di manifestazioni che hanno luogo in aeroporto, unitamente al contrasto all’abusivismo nel settore del trasporto pubblico non di linea (Taxi e NCC).

 

Controlli della GDf ai tassisti all’aeroporto di Fiumicino

Infatti, il Comitato Provinciale di Roma per l’Ordine e Sicurezza Pubblica ha disposto l’effettuazione di specifici servizi interforze volti a garantire una puntuale e decisiva risposta alle condotte illecite di cui, talvolta, si rendono responsabili i conducenti taxi e NCC.

Il Nucleo Operativo Pronto Impiego, pertanto, al fine di dare concreta attuazione a quanto disposto dall’Autorità di Pubblica Sicurezza, ha costituito una Task Force, composta da una ristretta aliquota di militari specializzati AT-P.I., preposta alla repressione di ogni forma di illegalità riguardante il fenomeno.

Lo stesso gestore degli Aeroporti di Roma, al fine di evitare il procacciamento abusivo, tante volte denunciato dalla stessa categoria con scioperi e manifestazioni, ha attivato un percorso dedicato che dagli arrivi porta direttamente alle aree di accosto dei taxi.

Le attività di cui sopra hanno portato ad elevate sanzioni amministrative pecuniarie per il mancato rispetto della normativa prevista dal Codice della Strada e dal Codice della Navigazione, oltre che, nelle ipotesi più gravi, al fermo amministrativo o sequestro finalizzato alla confisca del veicolo utilizzato per commettere l’infrazione.

I Baschi Verdi del Nucleo Operativo Pronto Impiego del Gruppo di Fiumicino, in aggiunta, si occupano della tutela di tutte le personalità in transito, presso lo scalo aereo capitolino, la cui protezione è affidata alla Guardia di Finanza.

I militari specializzati AT-P.I. che svolgono questo particolare servizio sono in possesso di un’abilitazione ottenuta a seguito di uno specifico addestramento conseguito presso la Scuola Addestramento di Specializzazione di Orvieto.

L’IMPIEGO DELLE UNITÀ CINOFILE

Le Unità Cinofile delel Fiamme Gialle presenti nello scalo romano svolgono differenti mansioni, quali antidroga, antivaluta, antitabacco e antiterrorismo.

In base alla specializzazione operano nelle diverse aree dell’aerostazione: arrivi, transiti, magazzini bagagli e merci.

Un binomio cane e condutture alla zona arrivi dello scalo romano

Le attività consistono nel fiutare il maggior numero possibile di passeggeri e bagagli ed individuare quelli “sospetti” che verranno in seguito sottoposti a controlli più accurati.

Il loro ruolo, per quanto concerne i risultati di servizio ottenuti è di notevole importanza, considerando gli ultimi mesi sono stati tratti in arresto due soggetti e denunciati a piede libero altri 250.

I cinofili operano, non solo all’interno del sedime aeroportuale, ma su richiesta possono essere impiegati in ausilio ad altri Reparti del Corpo o altre Forze di Polizia, nonché partecipano ad eventi e manifestazioni presso scuole ed altre Istituzioni.

L’AREA DI VIGILANZA DOGANALE

Il controllo del flusso di passeggeri effettuato nell’Aeroporto intercontinentale Leonardo Da Vinci di Fiumicino riveste per la Guardia di Finanza una valenza strategica di assoluto rilievo per contrastare illecite violazioni di ogni genere, con particolare riferimento al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), al contrabbando doganale e delle illecite movimentazioni transfrontaliere di capitali.

Finanzieri controllano le merci nell’area cargo

Le principali attività di contrasto a traffici illeciti che vedono protagonisti i passeggeri che passano dallo scalo romano, si basano prevalentemente sull’analisi delle cosiddette  “tratte a rischio”, che consente di individuare profili connotati da indici di pericolosità ben precisi.

La costante attività di intelligence sui viaggiatori in arrivo e in partenza e sui beni al loro seguito consente di differenziare e calibrare il monitoraggio sulla base di fattori di rischio correlati a specifiche tratte aeree, agevolando l’impiego delle risorse umane, così da svolgere un’efficace azione di contrasto ponderata sulla base delle criticità analizzate.

Questo tipo di analisi, basata su determinati indicatori e conosciuta anche come “Warning Intelligence”, rappresenta uno strumento che permette agli operatori di poter formulare valutazioni a lungo termine, tenendo sempre in debita considerazione, tuttavia, che le informazioni disponibili sono da considerarsi input investigativi da approfondire.

L’attività di analisi permette, inoltre, utilizzando le informazioni raccolte sul conto dei soggetti censiti sulle banche dati in uso alla Guardia di Finanza, di accedere e sviluppare potenziali attività antiriciclaggio, con riferimento alle ricchezze trasferite all’estero e sottratte a imposizione sul territorio nazionale.

L’intelligence porta un valore aggiunto nei processi decisionali, in quanto assicura – attraverso la raccolta informativa e la circolazione delle informazioni rilevanti – la possibilità di lavorare sulle situazioni borderline, di segnalare rischi specifici ed edificare le adeguate contromisure, anche in ambito internazionale.

Il dispositivo di contrasto, che registra brillanti risultati conseguiti in ogni settore d’intervento grazie all’incessante impegno di donne e uomini, ha consentito di accertare e reprimere nel corso del 2022 numerose violazioni in materia di contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, con il sequestro di svariate centinaia di chili di sostanze di varia natura e l’arresto di oltre 30 responsabili, nonché la repressione di illecite movimentazioni di valuta per un importo complessivo di circa 12 milioni di euro e rispettive sanzioni per una somma pari ad oltre un milione di euro.

A questi si aggiungano i risultati in materia di contrabbando doganale, rilevati anche nell’ambito di specifiche attività di polizia giudiziaria delegate dall’Autorità Giudiziaria.

In uno scenario così complesso, riveste importanza strategica la selezione dei soggetti da sottoporre a controllo, operata da un serrato dispositivo di vigilanza aeroportuale, composto da militari della Guardia di Finanza dotati di grande esperienza e istinto investigativo, in grado di eseguire mirati interventi di polizia e garantire una puntuale azione di controllo.

Tale attività si articola in due fasi: la prima, come anticipato, attraverso la disamina dei dati inerenti voli e liste passeggeri, che consente di individuare la presenza di potenziali corrieri di sostanze stupefacenti su alcune tratte aeree; la seconda, fondata sull’elemento umano e insita dunque nell’esperienza operativa dei militari delle Fiamme Gialle, volta all’individuazione di soggetti su cui, in relazione a predeterminati indici di pericolosità, si ritiene opportuno effettuare approfondimenti – ad esempio nel caso di corrieri ovulatori “body packers”.

Al termine di oltre due anni di pandemia, il traffico aereo sta vivendo una considerevole ripresa con riferimento al numero di passeggeri che giornalmente transita dallo scalo aeroportuale romano, che ha portato gli uomini della Guardia di Finanza di Fiumicino a predisporre una linea di intervento basata su una ancor più mirata azione a contrasto e prevenzione dei traffici illeciti, attraverso un articolato dispositivo volto al rafforzamento dei controlli.

Altro ambito che vede i Finanzieri di Fiumicino impegnati a 360 gradi è quello finalizzato al contrasto all’irregolare circolazione transfrontaliera di valuta: infatti, l’esportazione di valuta contante verso Paesi extraeuropei, soprattutto quella in spregio della normativa che ne regola gli obblighi dichiarativi, è un fenomeno fortemente rilevante e in netta ripresa.

Le attività di controllo poste in essere hanno permesso di riscontrare come negli ultimi anni siano notevolmente cresciuti i flussi di denaro in uscita dall’Italia verso Stati non appartenenti all’Unione europea, in particolare da parte di comunità africane ed asiatiche, con la evidente finalità di sottrarre al controllo del fisco italiano e alla tassazione le somme di denaro.

Proprio allo scopo di intensificare il più possibile le contromisure necessarie a ridurre l’emorragia di capitali esportati dal territorio nazionale, a seguito di accordi raggiunti a livello locale con l’Ufficio dell’Agenzia delle Dogane di Roma, è stato rafforzato il dispositivo di controllo a contrasto della movimentazione transfrontaliera di capitali, attraverso l’impiego di pattuglie “miste” composte da militari della Guardia di Finanza e da funzionari della prefata Agenzia.

 

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