Di Pierluca Cassano
TRIESTE. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trieste e i Funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno sequestrato una spedizione di merce contraffatta consistente in prodotti per l’igiene della persona e per la profumazione degli ambienti.

Il controllo è scaturito da una preliminare analisi di rischio che ha permesso di individuare due container provenienti dal porto turco di Mersin, destinati a una società austriaca con sede nella città di Neudorf.
Tale attività, finalizzata alla scoperta di traffici illeciti, viene posta in essere quotidianamente anche presso il porto di Trieste ove, settimanalmente, sbarcano oltre 16.000 autoarticolati provenienti da plurimi paesi extracomunitari.
Detti riscontri vengono condotti da operatori specificatamente formati che, sulla scorta di molteplici parametri, evidenze ed elementi contingenti, procedono a una mirata selezione dei mezzi di trasporto che entrano nel territorio nazionale.
Nel caso in esame, è stato rinvenuto un primo container contenente un intero carico di confezioni di shampoo sulle quali erano state applicate delle “etichette anonime” indicanti dati e caratteristiche tecniche; mentre in un secondo container sono state individuate 600 mila targhette adesive perfettamente riprodotte con impresso il logo di un noto marchio internazionale.
Il marchio contraffatto sarebbe stato successivamente applicato, prima della commercializzazione, sulle confezioni di shampoo all’arrivo alla sede di destinazione.

Inoltre, sono state rinvenute anche 147.000 confezioni di profumatori per ambienti, anch’essi contraffatti.
Dopo il sequestro, i prodotti sono stati sottoposti, con l’ausilio delle aziende titolari dei brand illegalmente riprodotti, a specifiche perizie che ne hanno attestato la falsificazione. Sono in corso accertamenti, delegati dalla locale Procura della Repubblica di Trieste, anche in altri Stati europei allo scopo di individuare i destinatari della merce contraffatta e, di conseguenza, ricostruire l’intera filiera del falso.
I sequestri operati presso il porto di Trieste hanno scongiurato un illecito introito quantificabile sul mercato in circa un milione di euro.
La contraffazione non esaurisce i suoi effetti nella mera frode commerciale ma alimenta molteplici forme di illegalità favorendo lavoro nero, evasione fiscale, riciclaggio e criminalità organizzata.
Inoltre, i reati disvelati in questo caso dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Trieste, considerata la tipologia dei prodotti sequestrati, avrebbero anche potuto mettere a repentaglio la salute dei consumatori.
In ossequio alle disposizioni disciplinate dal Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 188 si evidenzia che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte a indagine sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
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