Guardia di Finanza: dichiara di avere con sé 20 mila euro ma nei suoi bagagli ce n’erano oltre 300 mila. Ingente sequestro di valuta all’aeroporto di Firenze

Di Mariateresa Levi

Firenze. Un cittadino italiano, proveniente da un Paese africano ed appena sbarcato all’aeroporto internazionale “Amerigo Vespucci” di Firenze, alla classica domanda sul “qualcosa da dichiarare” aveva risposto a Finanzieri e Doganieri di avere al suo seguito 20 mila.

I soldi sequestrati dalla GDF a Firenze

Ma gli operatori, poco convinti di tale affermazione, hanno comunque voluto effettuare una più accurata visita doganale scoprendo nei bagagli del viaggatore oltre 300 mila euro in contanti e che lo stesso stava per trasferire in maniera occulta all’estero.

Un ennesimo traffico di valuta è stato così sventato, stavolta presso lo scalo aeroportuale fiorentino, grazie allo scrupolo e la solerzia dei militari delle Fiamme Gialle e dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli i quali, al di là delle cosiddette  “analisi di rischio” ogni giorno elaborate su merci, bagagli e passeggeri provenienti da determinate rotte aeree, possono comunque affidarsi ad una ben salda competenza operativa che li porta ad osservare ed a valutare anche quello che, in un primo momento, potrebbe essere un dettaglio di poco conto.

In questo caso potrebbe essere stata l’apparente schiettezza palesata dal passeggero durante la prevista visita doganale a non convincere del tutto il personale operante.

L’attuale normativa in materia di valuta, infatti, impone l’obbligatorietà della dichiarazione per i trasferimenti di denaro contante pari o superiore ai 10 mila euro, ed in questo caso la somma dichiarata era addirittura doppia.

Appurato il fatto che il denaro al seguito dell’uomo era però di ben altro importo, si è dunque provveduto all’immediato sequestro di 150.900 euro, corrispondenti al 50% dell’eccedenza rispetto alla soglia massima prefissata come diretta conseguenza della correlata violazione, tutto ciò in attesa che il Ministero dell’Economia e delle Finanze decida l’entità della sanzione pecuniaria da applicare al responsabile e che – nei casi più gravi – può arrivare sino all’intera somma preventivamente sequestrata.

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