Di Gerardo Severino*
BUSTO ARSIZIO (VARESE) – nostro servizio particolare. Da domani, la Caserma sede del Comando Gruppo della Guardia di Finanza di Busto Arsizio (Varese), in Via Palestro, porterà il nome dell’Appuntato Giulio Massarelli, un poco conosciuto Eroe della Guardia di Finanza.
Si tratta di una delle tantissime figure scoperte e valorizzate da chi scrive, come ha doverosamente ricordato la rivista online Malpensa 24, nel suo editoriale dello scorso 30 aprile, che ovviamente ringrazio di vero cuore.
Ebbene, cari amici di Report Difesa, in un Paese ove, molto spesso, ci si appropria facilmente del lavoro e dei meriti altrui, sono particolarmente fiero di potervi raccontare le vicende di questo grande Italiano, al quale, molti anni orsono, nell’ambito delle mie funzioni di Direttore del Museo Storico del Corpo e dell’allora “Nucleo di Ricerca” voluto dal compianto Generale di Corpo d’Armata Nino Di Paolo, proposi – con mia relazione ufficiale – il conferimento per la prestigiosissima onorificenza israeliana di “Giusto tra Le Nazioni”.
Giulio Massarelli, un combattente per la libertà
Ebbene, uno dei numerosi cittadini ebrei che ebbe salva la vita grazie alla generosità di Giulio Massarelli, Braun Baronicu, di cui racconterò in seguito, nei giorni successivi alla Liberazione ebbe a concludere una lettera-testimonianza vergata di proprio pugno che “senza il suo aiuto e anche con suo grande pericolo (nell’accompagnarmi) sarei stato mandato in Germania dove avrei fatto la fine dei 6 milioni di ebrei miei correligionari”.
Di queste e altre vicende ne parlammo con il compianto Generale Luciano Luciani, che con me firmò ben due edizioni, nel fortunatissimo libro dal titolo “Gli Aiuti ai profughi ebrei e ai perseguitati: il Ruolo della Guardia di Finanza” (editi dal Museo Storico della GdF nel 2005 e 2008).
Purtroppo, non è possibile raccontare per intero tutta la vicenda umana e professionale di Giulio Massarelli, ma certamente darò al lettore qualche modesto flash, per capire meglio di chi stiamo trattando.
Ebbene, iniziamo col dire che Giulio Massarelli nacque a Terni il 4 marzo 1908, figlio di Erminio e Santa Gemelli e che si arruolò nella Regia Guardia di Finanza il 14 aprile 1927, girando da un reparto all’altro, praticamente sino all’armistizio dell’8 settembre 1943.
All’epoca dei fatti che ci interessano, egli prestava servizio presso il Nucleo di Polizia Tributaria di Busto Arsizio (Varese) avendo aderito, nel contempo, anche al C.L.N. così come risulta dalla dichiarazione rilasciata dal Comando Raggruppamento Divisionale “Alfredo Di Dio”, del Corpo Volontari della Libertà.
Da tale dichiarazione risulta, infatti, che l’allora Finanziere Massarelli, dopo l’Armistizio, fornì notevoli servizi alla causa della Resistenza, fino al 25 aprile 1945, data in cui partecipò all’insurrezione nell’alto milanese.
Ma il vero eroismo del graduato, manifestato durante l’occupazione tedesca del Nord Italia, fu rappresentato dal salvataggio di numerosi ebrei, che in molti casi rilasciarono dichiarazioni sullo svolgersi degli eventi, dichiarando di essere stati favoriti nell’espatrio clandestino in Svizzera, cosa che il Massarelli avrebbe fatto anche per non pochi esponenti antifascisti.
Non solo, ma alcune di tali testimonianze mi furono confermate – durante l’indagine che svolsi a riguardo – anche dagli eredi degli stessi dichiaranti, morti nel frattempo di vecchiaia.
Mi piace ricordare come i primi ebrei che ebbero modo di contare sul Massarelli furono i cittadini milanesi di origine ungherese Clara e Adalberto Jenei, residenti in via Edolo 5, Adalberto Pfeifer, residente in via A. da Giussano 23 e Ladilaso Vadas, residente in via Balzaretti 24, i quali, dopo mille peripezie, raggiunsero la frontiera con la Svizzera proprio grazie all’allora Finanziere Massarelli, conosciuto attraverso comuni amici, il quale li aiutò personalmente a varcarla nei pressi di Bianzone (Sondrio).
Ebbi, poi, notizia che i Jenei, dal Cantone dei Grigioni, riuscirono in seguito a proseguire per gli Stati Uniti, dove tuttora vivono alcuni dei loro eredi.
Nell’ottobre successivo, il Massarelli aiutò ad espatriare Riccardo Ney, l’avvocato Giacomo De Benedetti e la moglie Nora Pugliese, tutti e tre ebrei residenti a Milano, la cui testimonianza postbellica ricevette conferma, nel maggio del 2006, tramite la cosiddetta “Dichiarazione Giurata”, rilasciata dalla signora Maria Grazia Vitale, la quale apprese lo svolgimento degli eventi dalla viva voce del proprio zio.
Nel mese di novembre, il Finanziere originario di Terni aiutò a varcare la frontiera anche al Capitano Dobes dell’Esercito cecoslovacco, proveniente da Praga, il quale doveva raggiungere il Comando cecoslovacco in esilio a Londra, onde consegnare notizie e messaggi importanti, mentre nel dicembre successivo, il militare fornì ausilio ai coniugi ebrei Pavel Pick e Ely Lederer, originari di una località che attualmente si trova nella Repubblica ceca.
In entrambi i casi, il Massarelli si adoperò dietro interessamento del cecoslovacco Jaroslav Kubicek di Busto Arsizio, il quale sarà accompagnato all’espatrio insieme alla moglie e ai due figli, e che rilasciò una dichiarazione relativa al comportamento del nostro Finanziere dopo la fine della guerra.
Vera, figlia dei coniugi Pick, pur non avendo vissuto personalmente la vicenda ne ascoltò numerose volte lo svolgimento dai genitori, tanto da poterlo confermare in una sua testimonianza, rilasciata dal Canada l’8 giugno 2006.
Proseguo col dire che il 14 dicembre 1943, l’ebreo Ruggero Castelfranco, nato a Modena il 26 agosto 1887 e domiciliato a Milano in via Pietro Maestri 2, che durante i primi mesi dopo l’8 settembre ’43 aveva compiuto ben quattro tentativi di recarsi in Svizzera senza mai riuscirvi, ebbe la fortuna d’incontrare il Massarelli, grazie al quale espatriò senza nessuna difficoltà.
Mario, figlio di Ruggero, aveva ancora vivo nella memoria quel tentativo del padre coronato da successo, tanto da ricordarlo nella sua dichiarazione rilasciata il 14 febbraio 2006.
Durante lo stesso mese fu, poi, la volta del signor Braun Baronicu, classe 1885, un ebreo apolide originario della città di Turenar in Transilvania, incluso tra gli ebrei risultanti agli atti della Questura repubblichina di Varese, il cui elenco puntuale venne trasmesso alla guardia di frontiera tedesca del capitano Knop il 25 ottobre 1943.
E fu proprio il signor Baronicu che sottoscrisse una toccante dichiarazione, in omaggio all’opera filantropica incarnata dal nostro Massarelli, della quale mi sembra doveroso riportare i passi più significativi: “Il Finanziere Massarelli Giulio, nel mese di dicembre 1943, mi ha salvato la vita, procurandomi e preparando la mia fuga in Svizzera, accompagnandomi dall’ospedale di Busto dove ero ricoverato sino a Sondrio, dove m’ha consegnato a dei suoi conoscenti che mi hanno portato in una gerla per oltre otto ore sulle montagne fin quando sono arrivato in territorio svizzero e consegnato alla autorità elvetiche […]. È stato per me – vi prego di credermi – un vero onore proporre l’Appuntato Giulio Massarelli, il quale si spense nella sua amata Terni il 26 aprile 1977, per la Medaglia di “Giusto tra le Nazioni”, così come sono particolarmente grato alla Guardia di Finanza per aver voluto fortemente l’intitolazione della Caserma di Busto Arsizio, dimostrando, per l’occasione, una grande sensibilità, nello scegliere un nome così fortemente legato a quel territorio.
*Colonnello (Aus) della Guardia di Finanza- Storico Militare Membro del Comitato di Redazione di Report Difesa
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