Di Marco Lainati
Bari. Era già stato sottoposto agli arresti domiciliari lo scorso mese di maggio perché accusato, unitamente alla sua compagna, del reato di concussione aggravata e continuata a seguito di un’indagine condotta dai Carabinieri di Bari, ma i successivi approfondimenti investigativi delegati alla Guardia di Finanza vedono oggi scrivere un nuovo capitolo sulla vicenda con un sequestro di beni immobili e denaro contante per circa 3.000.000 di euro, eseguito nei confronti di un noto oncologo del capoluogo pugliese.
La vicenda, resa particolarmente turpe dalla bramosia di denaro manifestata dal sanitario ai danni di suoi pazienti affetti da gravi malattie, ha cominciato a venire alla luce tra le mura del Dipartimento di Oncologia dell’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari, dove l’accusato era dirigente e dove gli investigatori hanno accertato la commissione non pochi atti illeciti.
Stando alla ricostruzione dei fatti il sanitario – sia in orario di servizio, sia fuori turno e comunque non in regime di extramoenia o tantomeno di intramoenia – aveva eseguito su 14 pazienti trattamenti sanitari specialistici con somministrazione di un costoso farmaco, per il quale aveva richiesto agli stessi malati il pagamento del relativo prezzo (o altre utilità come costosi regali ed anche lavori edilizi), nonostante si trattasse di un medicinale a completo carico del Servizio Sanitario Nazionale nonché riscuotendo le sue “parcelle” all’interno del nosocomio, oppure presso i locali di un Patronato CAF in uso alla sua compagna e che, per l’occasione, erano stati riadattati a studio medico.
Azioni condotte in maniera assolutamente spregevole approfittando dello stato di bisogno nonché dall’assoggettamento di persone in gravi condizioni di salute, le quali vedevano nello stesso medico l’unica possibilità di sopravvivenza e dunque pienamente disposte ad esaudire ogni sua indebita ed illecita pretesa economica.

Guardia di Finanza in azione
Accertate in capo ai due indagati chiare quanto pesanti responsabilità penali, la Procura della Repubblica barese ha però voluto andare completamente a fondo anche sulla parte finanziaria della vicenda, delegando specifiche indagini al locale Nucleo Polizia Economico Finanziaria ed al Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (GICO) della GDF affinché svolgessero ulteriori accertamenti volti a sfociare in un sequestro preventivo “per sproporzione” dei beni dichiarati dall’oncologo nonché dalla sua compagna.
Proprio grazie a queste nuove indagini i finanzieri hanno così potuto acquisire una copiosa documentazione contrattuale e bancaria, con la quale hanno dimostrato agli inquirenti un’ingiustificata quanto macroscopica sproporzione tra i redditi dichiarati dalla coppia ed i beni nelle piene disponibilità del medico arrestato.
Inevitabile a questo punto il provvedimento di sequestro disposto dal GIP del Tribunale di Bari, il quale, recependo appieno tutte le risultanze probatorie emerse a seguito della brillante sinergia operativa tra le due Forze di Polizia, ha fatto apporre i sigilli giudiziari su una prestigiosa villa ubicata a Bari Palese, su alcuni terreni siti a Bitonto (BA) nonché su diversi saldi attivi e conti bancari.
Da rilevare in dette operazioni anche il rinvenimento di denaro contante per 1.900.000 euro, nonché di numerosi reperti archeologici che la Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Bari, unitamente ai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Artistico, stanno sottoponendo a verifica dopo averli al momento cautelati in attesa di un possibile sequestro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA