Di Alessandro Margottini
PISTOIA. Un vasto giro di ricettazione costituito da gioielli, oro, argento, pietre preziose e orologi di pregio (tutti provenienti da furti) con contestuale riciclaggio di proventi illeciti ed altri reati a completamento del quadro; questo è quanto scoperto al termine di un’indagine condotta congiuntamente tra i finanzieri del Comando Provinciale di Pistoia – Nucleo Polizia Economico Finanziaria, ed i Carabinieri del locale Comando Provinciale – Nucleo Operativo Radiomobile, i quali hanno altresì dato seguito a un sequestro preventivo (finalizzato alla successiva confisca) che ha riguardato somme di denaro, rapporti bancari e beni nelle disponibilità di due soggetti di nazionalità italiana.
Le indagini condotte dagli investigatori sono state avviate da una denuncia inerente a una presunta attività usuraria portata avanti da uno degli due soggetti di cui sopra, in base alla quale i carabinieri pistoiesi avevano intanto avviato intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno iniziato a far affiorare il business condotto dal principale indagato, ovvero quello di ricettare monili, preziosi ed orologi di lusso (dal valore anche superiore ai 100.000 euro) ottenuti da furti in abitazione perpetrati da numerosi soggetti – di etnia rom e sinti – con i quali lo stesso indagato risultava essere in diretti contatti.
L’attività illecita è stata peraltro documentata dal dettagliato monitoraggio di non pochi incontri avvenuti tra l’indagato medesimo ed i soggetti in possesso di “merce” da proporgli in vendita; incontri nei quali gli oggetti da ricettare venivano “valutati” per valore e autenticità sino all’accordo finale, con relativo pagamento (ovviamente “cash”) per somme che potevano raggiungere e superare i 30/40.000 euro, il che dimostra assai bene portata e remuneratività del traffico in parola.
Un’attività d’indagine che nel suo bilancio ha visto coinvolte 21 persone, a vario titolo ritenute responsabili non solo nel reato di ricettazione ma anche in quelli di riciclaggio, autoriciclaggio, contraffazione, spaccio di sostanze stupefacenti ed altro; il tutto caratterizzato da un raggio d’azione che si estendeva sulle province di Pistoia, Prato, Arezzo, Pisa, Lucca e Firenze.
Agli investigatori della Guardia di Finanza sono invece state affidate specifiche indagini di natura finanziaria loro delegate dalla Procura della Repubblica pistoiese; indagini volte a dipanare un fitto intreccio di flussi di denaro nonché di rapporti economico-patrimoniali che legava i soggetti coinvolti.
Nel corso di tali indagini gli specialisti del citato Nucleo PEF sono riusciti a individuare e dimostrare all’Autorità Giudiziaria inquirente le evidenti anomalie esistenti tra i miseri – se non nulli – redditi dichiarati dagli indagati rispetto alla consistenza dei propri patrimoni, come anche il loro (per nulla contenuto) tenore di vita.
Evidenze probatorie queste che oggi determinano la piena applicabilità della confisca c.d. “per sproporzione”, misura prevista dalla vigente legislazione penale per reprimere delitti di particolare gravità e insidiosità quali il riciclaggio e la ricettazione.
Al termine delle operazioni e su disposizione della competente Autorità Giudiziaria, si è dunque proceduto al sequestro di oltre 52.000 euro in contanti, di 123 orologi di pregio (valore stimato superiore ai 500.000 euro) nonché di 700 grammi circa di gioielli, oltre a numerosi conti correnti i cui saldi sono in corso di esatta quantificazione.
Va in ogni caso sottolineato come le ipotesi investigative sopra descritte siano state formulate nel rispetto del principio della presunzione d’innocenza, pertanto le responsabilità delle persone sottoposte a indagine non potranno essere dichiarate prima che sia intervenuta una sentenza irrevocabile di condanna.
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