Guardia di Finanza e Polizia di Stato: con operazione “Marea” eseguiti tre arresti per estorsione, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio ed emissione di fatture false 

Di Valentina Giambastiani             

ALESSANDRIA. Tre persone arrestate, altre tre iscritte sul registro degli indagati e due società con annesse aziende sottoposte a sequestro preventivo. Sono queste le cifre che emergono dall’operazione denominata “Marea” che i finanzieri del Comando Provinciale di Alessandria, congiuntamente con i poliziotti della locale Questura, hanno condotto mettendo fine a diversi episodi criminosi di estorsione, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Un ispettore della Guardia di Finanza

L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica alessandrina, aveva preso spunto da un’informazione secondo la quale due fratelli, entrambi piuttosto conosciuti in zona per la loro attività di “buttafuori” nelle discoteche, si erano resi responsabili di un violento episodio estorsivo.

Da tale spunto informativo gli investigatori hanno così iniziato il loro complesso lavoro avvalendosi di intercettazioni, approfondimenti riguardanti segnalazioni per operazioni finanziarie sospette, servizi di osservazione e accertamenti bancari, nonché analizzando i dati rintracciati in un device utilizzato da uno degli indagati.

Proprio grazie a tali approfondimenti sono venuti alla luce due distinti episodi di estorsione, peraltro commessi con una particolare risolutezza nei confronti delle vittime, nonché l’intestazione fittizia ad un “prestanome” d’una società attiva nel recupero e smaltimento di batterie e metalli.

La citata società – che faceva capo ai due stessi fratelli – è peraltro risultata operare in violazione delle normative di settore nonché sprovvista del previsto impianto contabile, e secondo gli inquirenti aveva la funzione di riciclare e/o auto-riciclare denaro. Soldi che successivamente finivano, dopo essere transitati sui rapporti societari, direttamente sui conti personali dei principali indagati.

Nel corso delle concomitanti perquisizioni gli operatori della PS e della GDF ha peraltro rinvenuto un’abbondante documentazione ritenuta utile ai fini dell’inchiesta, che gli inquirenti stanno ora attentamente vagliando non escludendo ulteriori sviluppi.

Sia pur dalle prime evidenze probatorie, che confermerebbero l’impianto accusatorio, a tutti i soggetti a vario titolo indagati va comunque riconosciuta la presunzione d’innocenza; principio giuridico che ne garantisce le rispettive posizioni fino all’eventuale pronunciamento d’una sentenza irrevocabile di condanna.

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