Guardia di Finanza e Polizia di Stato: operazione congiunta a Verona. Sgominata un’associazione a delinquere attiva nello sfruttamento della prostituzione e in altri reati. Eseguiti 8 arresti

VERONA. Una nuova Operazione congiunta tra la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato è in corso dalle prime ore di stamani, con l’ausilio delle autopattuglie del Reparto Prevenzione Crimine del Veneto e dei Baschi Verdi delle Fiamme Gialle, per l’esecuzione di 8 ordinanze di custodia cautelare (di cui 6 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) che raggiungono altrettanti soggetti indagati – a vario titolo – per i reati di associazione per delinquere, violenza sessuale, atti sessuali con minorenne, truffa, ricettazione e detenzione di armi clandestine.

Attività congiunta GDF – PS nel Veronese e in altre province italiane

Reati che sarebbero stati perpetrati nel Veronese ed in altre province del Nord Italia, tra l’estate del 2021 e la primavera dello scorso anno.

I provvedimenti di arresto, emessi dall’Autorità Giudiziaria scaligera, sono stati eseguiti nei comuni di Castel d’Azzano, San Giovanni Lupatoto, Valeggio sul Mincio, Bosco Chiesanuova, Erbezzo e Vigasio, giungendo in prosecuzione di due distinte indagini che la PS e la GDF veronese avevano precedentemente avviato.

Già ad ottobre 2022 il Gruppo della Guardia di Finanza di Verona, nell’ambito di un’attività antidroga, aveva tratto in arresto un cittadino italiano accusato di spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione e detenzione di arma da fuoco clandestina, rinvenuta questa durante una perquisizione domiciliare e che peraltro recava la matricola abrasa.

Gli approfondimenti investigativi compiuti dai militari delle fiamme gialle successivamente a quell’attività, permisero ad inizio del 2023 d’identificare un altro cittadino italiano il quale, possedendo regolare porto d’armi, aveva acquistato la pistola in questione (una Taurus calibro 9×21) e commissionato nel tempo l’acquisto di diverse armi da fuoco (tra cui un fucile Kalashnikov e un fucile a pompa) oltre a 2 mila munizioni di vario calibro.

Nella medesima vicenda fu inoltre data un’identità ad un terzo soggetto (anche questo italiano e rientrante tra gli arrestati di oggi) che aveva illegalmente ricevuto le armi in questione per poi collocarle sul mercato clandestino, circostanza questa che le ha dunque rese disponibili per attività criminose di vario genere.

Un soggetto tutt’altro che raccomandabile dunque, peraltro resosi responsabile d’una serie di truffe messe a segno nella vendita on-line di automobili oltre che nel settore delle locazioni di appartamenti, per i quali incassava le relative caparre salvo poi sparire nel nulla.

Nel maggio scorso, gli agenti della Squadra Mobile di Verona avevano intanto avviato un autonomo filone d’indagini dopo essere venuti a conoscenza di altri diversi reati connessi alla violenza sessuale, al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione.

Nell’ambito della stessa attività i poliziotti hanno acquisito le dichiarazioni rese loro dalla persona offesa e, grazie al tempestivo salvataggio dei dati contenuti nel suo telefono cellulare (che qualcuno poco dopo ha resettato da remoto) sono riusciti a raccogliere importanti elementi probatori, fondamentali per dimostrare le responsabilità degli indagati in ordine ai reati inizialmente contestatigli nonché per altri fatti penalmente rilevanti oggetto di ulteriori attività d’indagine, poi riunite dagli inquirenti in un unico filone.

Gli indagati stessi, come chiaramente dimostrato dagli investigatori, erano infatti dediti allo sfruttamento della prostituzione oltre che al reperimento dei “clienti”, il tutto con ben definite modalità che prevedevano l’utilizzo di siti Web d’incontri, gli accordi per i luoghi dove avveniva il meretricio nonché i mezzi di pagamento delle prestazioni (anche tramite carte prepagate intestate alla persona offesa ma gestite dagli indagati stessi); azioni alle quali il perfetto raccordo operativo tra la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza, nonché l’efficace coordinamento della Procura della Repubblica scaligera, hanno messo la parola fine.

Rimane in ogni caso opportuno evidenziare come la colpevolezza degli arrestati sarà definitivamente accertata solo in presenza di un’eventuale sentenza irrevocabile di condanna, sussistendo fino a quel momento nei loro confronti la presunzione d’innocenza costituzionalmente garantita.

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