Guardia di Finanza: Emergenza COVID-19, 17 mila litri di finto gel disinfettante sequestrati tra Gorizia e Pavia. Due imprenditori denunciati per frode in commercio

Di Michele Toschi

Gorizia. È scaturito da un normalissimo controllo su strada quello che ha tutta l’aria di essere un sequestro-record di gel igienizzante “fake” e che la Guardia di Finanza di Pavia – in collaborazione con il Comando Provinciale goriziano del Corpo – ha messo brillantemente a segno togliendo dal mercato migliaia di litri di prodotto irregolare.

L’intervento della Guardia di Finanza

Un primo carico di questo finto disinfettante, stivato a bordo di un autocarro, era stato intercettato da una pattuglia delle Fiamme Gialle isontine nella zona di Monfalcone (Gorizia).

In quell’occasione, anche se appariva palese che il mezzo si stesse spostando per questioni di lavoro, i militari hanno comunque proceduto a verificare il carico nonché i documenti che lo scortavano, accorgendosi presto che in quei colli di cartone c’erano numerosi flaconi di prodotto la cui natura, però, meritava una più approfondita attenzione.

Appurato il fatto che la merce in questione presentava etichette che, pur attestando il prodotto come “disinfettante”, in realtà non riportavano il previsto numero di autorizzazione rilasciato dal Ministero della Salute, si è così dapprima proceduto a sequestrare l’intera partita per poi risalire allo stabilimento di produzione (successivamente localizzato nell’Oltrepò pavese).

Allertati della circostanza dai colleghi friulani, i militari della GdF di Pavia si sono così presentati presso lo stabilimento incriminato per una perquisizione, a seguito della quale hanno rinvenuto 21.600 flaconcini – da 800 ml. ciascuno – di finto disinfettante già pronti per la vendita anche se assolutamente non conformi alla normativa sanitaria.

Come sopra accennato, le etichette apposte sulle confezioni riportavano numerosi riferimenti – anche in lingua straniera – ma indubbiamente ingannevoli per i consumatori.

Etichette che dichiaravano l’azione del prodotto come “disinfettante”, “germicida” ed “antibatterica”, pur essendo completamente sprovviste del previsto numero di autorizzazione ministeriale; dunque un’etichettatura creata proprio allo scopo d’indurre facile in errore i consumatori convinti di aver acquistato un presidio medico-chirurgico la cui reale efficacia, però, è tutta da dimostrare.

L’ingente quantitativo di prodotto sequestrato (oltre 17 mila litri) avrebbe fruttato ai responsabili un guadagno stimabile in circa 200 mila euro, questo per dare appena una dimensione di quali possano essere oggigiorno gli introiti monetari al momento ricavabili da tali fraudolente attività.

Al termine delle operazioni il titolare dell’azienda pavese, in compagnia del suo cliente friulano, sono stati ovviamente denunciati per il reato di frode in commercio.

Particolare anche il caso avvenuto a Fasano (Brindisi) dove i Finanzieri, acceduti per dei controlli in un minimarket della cittadina pugliese, hanno rinvenuto e sequestrato 19 tanichette contenenti circa 100 litri di analogo disinfettante “fake”.

In questo caso, però, chi ha creato e posto in commercio tale prodotto è stato, se possibile, ancor più spudorato nel suo agire, giacché i contenitori riportavano in etichetta la scritta “Lamuchina”, per di più con una grafica e simboli del tutto simili a quelli di una nota azienda del settore.

Gli accertamenti comunque eseguiti hanno subito confermato come il prodotto rinvenuto dalle fiamme gialle brindisine fosse privo delle previste autorizzazioni ministeriali per la sua commercializzazione.

Anche in questa circostanza, il titolare dell’esercizio commerciale è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per frode nell’esercizio del commercio, nonché per vendita di prodotti industriali con segni mendaci, mentre sono state avviate ulteriori indagini per risalire ad altri eventuali soggetti coinvolti nel medesimo illecito.

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