Guardia di Finanza: frode di oltre cinque milioni di euro in materia di incentivi pubblici agli impianti fotovoltaici. Il Comando Provinciale di Varese sequestra conti correnti, fabbricati, terreni, quote societarie e impianti di produzione di energia solare da fonti rinnovabili

Di Pierluca Cassano              

VARESE. Sempre alto il presidio di legalità assicurato dalla Guardia di Finanza nel contrasto alle frodi in materia di spesa pubblica, sul duplice piano della prevenzione e della repressione.

Nell’ambito di attività mirate al contrasto delle indebite erogazioni di risorse pubbliche, difatti, i Finanzieri del Comando Provinciale di Varese hanno individuato tre società controllate da imprenditori spagnoli, che hanno richiesto e ottenuto indebitamente incentivi per la produzione di energia solare da fonti rinnovabili per oltre 5 milioni di euro.

Finanzieri impegnati negli accertamenti

In particolare, la Compagnia di Gallarate, da un’analisi delle società operanti nel settore dell’energia elettrica ubicate nella propria circoscrizione territoriale, ha rilevato la presenza di numerose imprese con capitale sociale esiguo, ma proprietarie di rilevanti impianti fotovoltaici situati principalmente nelle regioni del centro e sud Italia e amministrate da soggetti stranieri domiciliati, ma non effettivamente residenti sul territorio nazionale.

Partendo da tali elementi di criticità, le Fiamme Gialle hanno approfondito la posizione delle società oggetto d’indagine anche mediante l’esame dei conti correnti bancari, al cui esito è emerso un flusso finanziario in entrata proveniente dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), ente pubblico responsabile dell’erogazione degli incentivi alla produzione di energia elettrica. Tuttavia, le somme erogate venivano immediatamente trasferite tramite bonifici verso l’estero, in particolare verso la Spagna, senza alcuna giustificazione commerciale plausibile.

Successivamente, sono state esaminate le modalità di autorizzazione, costruzione e incentivazione dei parchi fotovoltaici realizzati dalle suddette società, con la complicità di un soggetto italiano da cui è emerso che le medesime avevano richiesto ad un Comune marchigiano tre distinte autorizzazioni, dichiarando falsamente l’installazione di tre piccoli impianti fotovoltaici.

Finanzieri durante le indagini

Tale artificio ha consentito di ottenere dal GSE maggiori incentivi. In questi casi, infatti, il Gestore pubblico concede incentivi superiori ai piccoli produttori di energia per compensare i maggiori costi sostenuti rispetto agli impianti di maggiore dimensione, i quali sono altresì obbligati a ottenere l’Autorizzazione Unica Ambientale rilasciata dalla Provincia. In realtà, nel caso oggetto d’indagine, si trattava di un unico impianto fotovoltaico collegato alla stessa centralina elettrica e protetto da un’unica recinzione.

Quanto emerso è stato prontamente segnalato alla Procura della Repubblica di Roma, competente per i reati relativi all’indebita erogazione di incentivi pubblici, al fine di richiedere il sequestro urgente delle somme illecitamente percepite, considerati anche gli ingenti trasferimenti verso l’estero.

Il Pubblico Ministero, pertanto, ha emesso decreto d’urgenza, successivamente convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari di Roma e confermato dal Tribunale del Riesame competente, disponendo il blocco dei conti correnti utilizzati per l’accredito delle somme da parte del GSE e il vincolo su tutti i beni nella disponibilità degli indagati fino alla concorrenza di oltre 5 milioni di euro.

Tale attività si inserisce nella più ampia azione di contrasto agli illeciti nel settore della spesa pubblica svolta dalla Guardia di Finanza, che si esplica mediante la selezione mirata degli obiettivi che avviene attraverso una prodromica attività di analisi, d’intelligence e di controllo economico del territorio.

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