Guardia di Finanza: frodi fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio per favorire la ‘ndrangheta. Eseguite 19 misure cautelari a Roma

Di Valentina Giambastiani             

ROMA. I Finanzieri del Comando provinciale di Roma, con il supporto dei colleghi del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) sono stati impegnati, dalle prime ore di stamani, nell’esecuzione di 19 custodie cautelari delegate dalla Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) nei confronti di altrettante persone indagate per emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di documenti contabili, riciclaggio, autoriciclaggio, indebita percezione di erogazioni pubbliche e trasferimento fraudolento di valori.

Gli investigatoti della Guardia di Finanza all’opera

Le ordinanze in cronaca, delle quali 7 in carcere e 12 agli arresti domiciliari (a cui si aggiungono 6 obblighi di presentazione alla Polizia giudiziaria), giungono a seguito di ipotesi delittuose che l’Autorità Giudiziaria inquirente contesta in capo a soggetti che, tra l’altro, avrebbero agito per favorire gli interessi criminali della cosca ‘ndranghetista dei Mazzaferro originaria di Marina di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria).

Gli odierni arresti rappresentano, dunque, l’epilogo d’indagini coordinate dalla DDA capitolina e portate avanti dagli specialisti del locale Nucleo Polizia Economico Finanziaria, i quali sono riusciti ad assemblare un complesso quadro probatorio al cui centro figurano gli indagati di cui sopra, in particolare alcuni imprenditori che nella Capitale operano nel commercio dei carburanti per autotrazione.

Per gli investigatori della GDF, la citata ‘ndrina avrebbe condotto i suoi “business” criminali sfruttando una pluralità d’imprese intestate agli immancabili prestanome; imprese che avevano essenzialmente lo scopo di realizzare frodi fiscali, mentre i proventi derivanti da tali attività evasive venivano successivamente reinvestiti nel medesimo settore commerciale, ciò attraverso l’acquisizione di nuovi distributori stradali e depositi commerciali di carburanti.

Oltre alle suddette misure cautelari è stato altresì disposto il sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di circa 7 milioni di euro che raggiunge cinque società di capitali e diciassette persone fisiche, valori che gli inquirenti ritengo provento dei reati contestati.

È comunque opportuno sottolineare come le odierne misure cautelari siano state disposte nell’ambito della delle indagini preliminari, pertanto, allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e in attesa di giudizio definitivo, a tutti gli indagati va riconosciuta la presunzione di non colpevolezza.

©️ RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna in alto