Genova (dal nostro inviato). Secondo il rapporto 2018 della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA) del Ministero dell’Interno, in Liguria, si registrano numerosi sequestri di droga.
Nel 2018 è stato sequestrato il 10,51% di tutta la droga sequestrata a livello nazionale, il 28,35% dell’eroina, l’1,63% dell’hashish, l’1,08% della marijuana, lo 0,23% delle piante di cannabis e lo 0,39% delle droghe sintetiche (confezionate in dosi) e lo 0,19% (rinvenute in polvere chili).
In provincia di Genova è stato registrato il 77,02% delle sostanze sequestrate a livello regionale. Si tocca il 19,69% ad Imperia, il 2,27% a La Spezia e l’1,03% a Savona.
Il sequestro quantitativamente più rilevante (633,50 chili di hashish, è avvenuto a Genova ad aprile.
Rispetto al 2017 i dati rilevano un incremento dei sequestri di cocaina (+105,93%), eroina (+2.298,01%) e di droghe sintetiche (confezionate in dosi) (+723,08%).
Nella regione sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria per reati sugli stupefacenti complessivamente 1.364 persone, delle quali 846 in stato di arresto, con un decremento del 5,67% rispetto all’anno precedente, corrispondenti al 3,82% del totale nazionale.
Le denunce hanno riguardato per il 99,85% il reato di traffico e di spaccio e per il restante 0,15% quello di associazione finalizzata al traffico di droga.
Tra le nazionalità straniere segnalate alla magistratura le prevalenti sono la marocchina, la senegalese, la nigeriana, l’albanese e la gambiana.
Le denunce hanno riguardato per il 99,76% il reato di traffico e di spaccio e per il restante 0,24% quello di associazione finalizzata al traffico di droga.
Gli stranieri coinvolti nel narcotraffico sono stati 829, con un decremento del 3,49% rispetto all’anno precedente, corrispondenti al 5,84% dei segnalati a livello nazionale.
Sempre in Liguria il 60,7% degli stranieri è stato denunciato rispetto al 39,77% della media nazionale.
I dati della DCSA evidenziano 81 denunce di minori all’Autorità Giudiziaria per reati sugli stupefacenti, dei quali 17 in stato di arresto, con un decremento del 13,83% rispetto al 2018, corrispondenti al 6,35% dei minori segnalati a livello nazionale.
Di questi 81, 29 erano stranieri, in particolare senegalesi, albanesi e nigeriani.
I decessi, provocati all’abuso di droga, sono aumentati del 28,57% passando da 7 del 2017 a 9 del 2018, corrispondenti al 2,69% del totale nazionale.
In provincia di Genova e La Spezia è stato censito il maggior numero di morti riconducibili all’uso di stupefacenti
LA GUARDIA DI FINANZA E LA LOTTA AL NARCOTRAFFICO
Genova è considerata un crocevia importante per il traffico di droga. La Guardia di Finanza opera con un Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria.
Il Nucleo è diviso in 4 Gruppi: Tutela Entrate e Società di medio e grandi dimensioni; Tutela della Spesa pubblica e contro i reati di corruzione, frodi all’Unione Europea, reati contro la Pubblica Amministrazione; Gruppo Tutela Economica contro i trafici di merci contraffatte, contro il riciclaggio; Gruppo Investigazioni Criminalità Organizzata (GICO) che, a sua volta, è diviso in sezioni.
Il GICO ha competenza su tutta la regione, superando anche i confini liguri ed estendendosi fino a Massa Carrara.
Le Fiamme Gialle genovesi hanno operato ed operano a stretto contatto con le Polizie di moltissimi Paesi, visto che il narcotraffico coinvolge tutti gli Stati.
La Direzione Generale dei Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno dà un forte contributo grazie ai suoi esperti investigatori.
Rapporti con Spagna, Colombia, Senegal, Turchia, Macedonia e la costituzione di Squadre investigative comuni hanno fatto sì che le operazioni antidroga portassero a risultati di grande rilievo. Esse, infatti, seguono l’inchiesta in tempo reale.
Altro importante tassello normativo per il contrasto ai narcotrafficanti è quello del mandato di arresto europeo.
La Convenzione di Vienna del 1988 evidenzia che i Paesi “esprimendo preoccupazione per il commercio delle sostanze stupefacenti” hanno considerato necessaria “la cooperazione tra le Parti (ovvero Stati firmatari) in modo tale che esse possano combattere con maggiore efficacia i vari aspetti del traffico illecito di stupefacenti e delle sostanze psicotrope di dimensione internazionale”.
E per adempiere ai loro obblighi ai sensi della Convenzione, i Paesi firmatari “adottano le misure necessarie, compresi i provvedimenti legislativi e regolamentari compatibili con le disposizioni fondamentali dei loro rispettivi sistemi legislativi interni”.
Il tutto deve avvenire “in maniera compatibile con i principi della parità sovrana e dell’integrità territoriale degli Stati ed in virtù del principio di non-intervento negli affari interni di altri Stati”.
Ogni Paesi si deve astenere, sostiene ancora la Convenzione, “dall’esercitare sul territorio di un’altra Parte competenze o funzioni che sono esclusivamente riservate alle autorità di detta altra Parte dalla sua legislazione nazionale”.
I PRINCIPALI TRAFFICI
La Guardia di Finanza genovese ci spiega i movimenti degli stupefacenti e modus operandi dei trafficanti.
Partiamo dalla droga “del momento”, la cocaina. Essa ha un mercato che per il 50% viene ripartito negli Usa e in Canada, per il 40% in Europa e per il 10% in Australia.
La rotta seguita dai trafficanti la possiamo definire “classica”: Sud America-Europa, via Spagna.
Oppure Sud America-Italia con l’utilizzo di container appositamente “preparati”.
Il trafficante italiano per trasportare il suo carico preferisce spostare la droga utilizzando auto o altri veicoli.
Un problema che viene riscontrato è quello dei porti. Per quanto riguarda quelli del Nord Europa gli investigatori hanno registrato una facile “friabilità”.
Per le comunicazioni i gruppi criminali usano sistemi a loro conoscenza e se proprio devono usare un telefono, basta inserire una Sim card, acquisita con documenti falsi ed il gioco è fatto.
Ma fino ad un certo punto, perchè le intercettazioni delle Forze di Polizia riescono, il più delle volte, a individuare le comunicazioni e a mettere fine al traffico di stupefacenti.
Se volessimo tracciare l’identikit di un trafficante dovremmo scrivere che è un uomo (talvolta donne con alte capacità decisionali e criminali) o giovani coppie.
Un corriere donna, di solito, riesce a superare i controlli. La GdF genovese ha anche scoperto l’utilizzo di minori con indosso 20 chili di droga.
Callao è il più importante porto del Perù. Da qui come anche da Barranquilla (Colonia) arriva la cocaina.
I narcotrafficanti passano dal Brasile, Argentina, Cile. Un modo per “pulire” le tracce.
Un esempio: voli Bogotà-Madrid-Marsiglia e poi in auto direzione Italia. Questo è uno dei modi per portare la droga sulle piazze di spaccio del nostro Paese.
La Guardia di Finanza genovese, in collaborazione con altre Polizie, ha bloccato il traffico dal Sud America. Oggi i narcos hanno stabilito nell’Africa occidentale il loro punto di partenza.
L’aereo è il mezzo più veloce ma non del tutto sicuro per un trafficante. Si può essere, infatti, scoperti dai funzionari doganali o dalle stesse Polizie.
E’ vero che c’è sempre il metodo del trasporto con ovuli ingeriti. Ma anche questa scelta ha i suoi rischi: tra cui quello di morire se la confezione si rompe.
Un ovulatore “professionista” non può portare più di un chilo di droga ingerita (ogni ovulo pesa circa 10 grammi). Può accadere che sullo stesso volo ci siano più di questi trasportatori che, chiaramente, non si conoscono.
Ma come si diventa ovulatore? Si inizia ad ingerire tanta frutta. Poi quando i capi del traffico ritengono che è pronto per la missione allora gli fanno ingerire questi ovuli.
La persona non può né bere né mangiare per ore. Una volta arrivato viene preso in consegna dai componenti della banda criminale, portato in una casa o in un hotel. E qui evacua il carico.
La rotta Tunisi-Genova è la preferita dai trafficanti di hashish.
Ma è utilizzata anche quella tra il Marocco e Genova. Infatti, nel 2017 nel porto di Genova furono sequestrati 700 chili di questo stupefacente, proveniente dal Paese nordafricano. Uno dei sequestri più rilevanti, non solo in Liguria ma forse in tutta Italia.
Furono arrestati cittadini marocchini che, secondo le indagini, avevano organizzato questo traffico per trasportare la droga dal loro Paese di origine fino in Lombardia.
Un’altra rotta molto usata è la Barcellona-Genova per il traffico dell’hashish ma anche per quello della cocaina.
Per quanto riguarda sempre il traffico di droga è la ‘ndrangheta che, in Italia, ha il predominio. Lo spaccio è invece gestito da africani.
Un container serve a trasportare merci, come si sa, ma la criminalità organizzata li utilizza per trasportare cocaina dal Sud America in Europa (ma spesso si usano navi a vela con skipper assoldati alla bisogna).
La droga viene caricata nel container e scaricata nel porto di destinazione. Uno dei metodi più utilizzati si chiama rip-off (ovvero scarico; rip-on invece significa carico).
In italiano questo metodo è stato definito “metodo del passaggio”. Ovvero le organizzazioni criminali fanno trasportare la droga all’insaputa dell’armatore, dell’equipaggio, della società che gestisce il container.
E come viene caricato allora il container pieno di droga? Ci sono operatori portuali che vengono assoldati per il gruppo criminale nel porto di partenza ed in quello di arrivo.
Sanno come gestire la situazione. Individuano il container giusto, lo aprono velocemente, prendono la droga, la caricano su un mezzo e la portano via.
Viene usato anche un altro metodo: quello del container con il doppio fondo. Il quale viene preparato dal gruppo criminale e trasportato grazie all’aiuto di una società compiacente.
Sopra viaggia merce lecita. Una volta arrivati al porto di destinazione, questa merce viene scaricata.
A quel punto si smonta il doppio fondo, si recupera la droga e via per le piazze di spaccio italiane.
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