Di Alessandro Margottini
ROMA, “Cuoio”, “pelle” e “pelliccia”, erano queste le indicazioni riportate su oltre 37.000 pellami sequestrati nell’ambito di un’operazione condotta dal Nucleo Speciale Beni e Servizi (NSBS) che ha altresì comportato la segnalazione di 19 persone all’Autorità Giudiziaria oltre che alla Camera di Commercio.
L’operazione condotta dagli specialisti del NSBS retto dal Colonnello Gaetano Cutarelli, denominata “Vera Pelle/Vero Cuoio (2023)”, si è infatti rivolta alla prevenzione di frodi realizzate nel settore conciario affinché venga garantito il rispetto delle disposizioni sull’uso dei termini che identificano i suddetti prodotti d’origine animale.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, infatti, si è invece trattato di ben meno pregiati materiali plastici – principalmente provenienti dalla Cina – utilizzati per la produzione di testate da letto, divani, sedie rivestite, cinture, borse, portafogli, giubbotti, guanti, ai quali si sono aggiunti rotoli di comune PVC (polivinilcloruro) commercializzati però come “ecopelle”.
Per giungere alla scoperta di tale frode i finanzieri del NSBS hanno sviluppato un’apposita “analisi di rischio” nella quale hanno incrociato dati estrapolati dalla Dorsale Informatica del Corpo relativi all’importazione e vendita di tali prodotti, facendo in tal modo affiorare l’esistenza di palesi violazioni individuate tra le province di Cuneo, Padova, Modena, Firenze, Prato, Roma, Teramo, Napoli, Bari e Catania, a cui si aggiungono quelle di Firenze, Napoli e Bari interessate da frodi nell’esercizio del commercio.
Da sottolineare, nello stesso contesto in cronaca, quale sia l’importanza di questa specifica attività di riscontro sulle importazioni, finalizzata proprio a contrastare l’ingresso in Italia di merci estere senza che queste siano sottoposte ad opportuno controllo; circostanze che talvolta permettono di commercializzare – per di più a oggettivamente prezzi elevati in rapporto al loro reale valore – prodotti che sfruttano l’indiscussa qualità del “made in Italy” ma che sono invece realizzati con materiali scadenti, a basso costo e da maestranze poco specializzate.
L’azione congiunta della Componente speciale e dei Reparti territoriali della Guardia di Finanza, esercitata condotta sotto l’egida del Comando Generale del Corpo nonché supportata da UNIC – Concerie Italiane e dalla Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti, ha portato al suddetto sequestro di finti pellami, di 4 quintali di pelle e di 765 metri lineari di materiali falsi, oltre che di un opificio di 200 mq.
Conseguentemente al sequestro sono state inoltre trasmesse le previste comunicazioni alle competenti sedi della Direzione Provinciale del Lavoro, nonché e alle sedi territoriali dell’INPS e dell’INAIL, nelle quali sono stati segnalati 5 lavoratori “in nero” (due dei quali appartenenti a nuclei familiari percettori del “Reddito di Cittadinanza”).
Da rilevare inoltre come i soggetti coinvolti nell’operazione, attivi nel settore conciario da diversi anni, sono prevalentemente di origine italiana e cinese.
Resta in ogni caso opportuno specificare come procedimenti penali scaturiti dalle attività in parola si trovino ancora nella fase delle indagini preliminari pertanto, in conformità al principio della presunzione d’innocenza, la responsabilità degli indagati sarà accertata solo con sentenza irrevocabile di condanna.
© RIPRODUZIONE RISERVATA