Guardia di Finanza: il ricordo dei Finanzieri mare Salvatore De Rosa e Daniele Zoccola (Medaglie d’Oro al Valor Civile). Venti anni fa il loro sacrificio

Di Fabio Mattei e Stefano Serafini

Roma. Sono trascorsi vent’anni da quella tragica notte del 24 luglio 2000 nella quale i Finanzieri mare Salvatore De Rosa e Daniele Zoccola (M.O.V.C.) persero la vita durante un’operazione a contrasto del traffico di esseri umani.

 

I Finanzieri mare Salvatore De Rosa e Daniele Zoccola

I due giovani militari delle Fiamme Gialle, in forza alla Sezione Operativa Navale di Otranto (Lecce) erano peraltro molto amici, e fu forse anche questo il motivo per il quale, nonostante il loro turno di servizio fosse già terminato, non indugiarono nell’offrirsi di “raddoppiare” per un’altra uscita in mare la cui urgenza si era poco prima palesata.

La Guardacoste intitolata al Finanziere Daniele Zoccola

Erano anni difficili quelli, anni in cui la malavita albanese si era ingegnata nello sfruttare il nefando “business” dei migranti clandestini dotandosi di grosse imbarcazioni equipaggiate da potenti motori fuoribordo grazie alle quali, dalle vicine coste del paese delle aquile, potevano giungere in quelle pugliesi con poco meno di due ore di navigazione, peraltro facendo affidamento sulle continue crociere di questi “Caronte” che – praticamente ogni notte – impegnavano tutti i mezzi aerei e navali della Guardia di Finanza.

Sono particolari questi che i Finanzieri della Sezione navale otrantina ben conoscono, per questo la loro ottica di servizio non è improntata tanto alla durata del proprio turno di lavoro quanto alla ricerca di un qualcosa che, improvvisamente, può materializzarsi davanti ai loro occhi in mare aperto e che bisogna assolutamente bloccare arrestando i responsabili.
Ecco dunque che per quella notte viene organizzato il servizio: un equipaggio composto dal Maresciallo Sebastiano Inserra e dai Finanzieri Salvatore De Rosa, Daniele Zoccola e Achille Migliore, a bordo di un gommone in dotazione al loro Reparto, andrà a pattugliare il tratto di costa antistante la località di Castro Marina (Lecce) peraltro già diverse volte interessata da diversi sbarchi di clandestini.

La Guardacoste intiolata al Finanziere Salvatore De Rosa

In piena notte dunque, l’agile ma piccola imbarcazione dei Finanzieri si trova vicino all’imbocco della suggestiva grotta della Zinzulusa; sfrutta le sue dimensioni contenute nonché il profilo di una costa assai frastagliata per entrare ed uscire dalla visuale di chi proviene da mare, ed anche il favore del buio li aiuta a non rivelarne la presenza.

Sono accorgimenti questi che fanno parte della grande perizia marinaresca di Finanzieri in forza ai Reparti navali del Corpo, e che di lì a poco li portano al “target” che stavano cercando: qualche minuto dopo le ore 04.00, infatti, il rombo di un potente motore rompe l’ovattata atmosfera estiva della marina. Si tratta di un’imbarcazione condotta da scafisti albanesi che punta diretta alla costa sulla quale, forse in meno di due minuti, sbarca in fretta e furia numerosi clandestini curdi.

I Finanzieri sanno che debbono indugiare il tempo giusto perché quello è un momento delicato, non possono mettere a repentaglio la vita di persone innocenti provocando una reazione improvvisa degli scafisti che potrebbero fuggire investendo con lo scafo o con le eliche chi si trova con le gambe in acqua ma ancora pericolosamente vicino alla loro imbarcazione.

Quando lo sbarco dei migranti curdi sta per essere completato (ne erano rimasti ancora tre da far scendere) qualcosa va però storto, gli scafisti si accorgono della presenza di militari e per questo, in un attimo, girano il timone e aprono completamente la manichetta del gas per darsi alla fuga.

I Finanzieri gli sono però vicini, e benché a bordo di un’imbarcazione meno veloce rispetto a quella dei fuggitivi tentano comunque di raggiugerli nonostante le brusche manovre messe in atto dai malviventi per evitare di essere affiancati.

Ed è questo punto che la criminale vigliaccheria dei due scafisti prende forma; invece di continuare in una fuga che (probabilmente) gli sarebbe anche potuta riuscire, decidono invece di puntare a tutta velocità la prua della loro barca verso il gommone della GDF gettandosi in acqua un attimo prima dell’impatto, per di più lasciando alla loro sorte tre curdi che avevano ancora a bordo.

L’intento dei criminali è chiaro, ed anche se tale manovra li costringe a sacrificare la loro barca nonché a rimanere sul territorio italiano, per loro l’importante è neutralizzare i temuti finanzieri italiani.

Forse i quattro coraggiosi militari non hanno nemmeno il tempo di realizzare quel che sta per verificarsi in quei pochissimi istanti, e vengono così colpiti in pieno sbalzando violentemente in acqua.

Quel violentissimo urto, purtroppo, provocherà la morte del Finanziere Salvatore De Rosa e del Finanziere Daniele Zoccola, mentre gli altri due componenti dell’equipaggio Maresciallo Inserra e Finanziere Migliore, benché seriamente feriti, riusciranno miracolosamente a salvarsi.

La valorosa azione delle due giovani Fiamme Gialle, nata da una grande abnegazione per il proprio lavoro spinta fino al sacrificio più estremo, varrà per entrambi la Medaglia d’Oro al Valor Civile ma anche un mai affievolito dolore per i loro familiari nonché per tutti quei colleghi che con loro erano costantemente impegnati nel contrasto a questi ignobili traffici d’uomini; un dolore che peraltro fu reso ancor più forte dall’impossibilità di recuperare dal mare il corpo del Finanziere De Rosa.

I due scafisti albanesi furono arrestati qualche giorno dopo e successivamente condannati per omicidio volontario, mentre ai nomi dei Finanzieri De Rosa e Zoccola la Guardia di Finanza ha scelto di intitolare due guardacoste della classe “Bigliani” (rispettivamente il G.126 ed il G.127), con i quali ancor oggi combatte la stessa lotta delle sue due indimenticate Medaglie al Valore contro ogni forma di traffico illecito perpetrato via mare.

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