Guardia di Finanza: in provincia di Latina una verifica di polizia economico-finanziaria fa emergere una storia di soprusi e violenze dentro una Casa di riposo. Eseguite 3 custodie cautelari

Di Antonio Leone

Latina. Il tutto è partito da alcuni controlli che la Guardia di Finanza di Latina stava eseguendo in materia fiscale e di sommerso di lavoro nero nei confronti di una struttura di ricovero per anziani, ma quel che ne è scaturito ha poi investito aspetti di altra gravità nei quali, a farne purtroppo le spese, erano persone incapaci di difendersi dalle vessazioni alle quali erano continuamente sottoposti, peraltro in una struttura che si qualificava come Organizzazione non lucrativa di Utilità Sociale (ONLUS).

I controlli della GDF di Latina

Questo è il riassunto di un’ennesima brutta storia di soprusi commessi all’interno di una casa di riposo sita a Terracina (Latina), ai quali i Finanzieri pontini – diretti per l’occasione dalla locale Procura della Repubblica – hanno finalmente messo fine eseguendo 3 misure cautelari personali, emesse dal GIP del Tribunale nei confronti di tre soggetti operanti nella struttura interessata dalle indagini.

Come accennato sopra, l’operazione – convenzionalmente denominata “Ade” – era stata avviata per verificare le posizioni dei lavoratori impiegati nella struttura in questione, all’interno della quale, come poi emerso dai controlli, erano stati impiegati 5 lavoratori in nero (di cui 2 clandestini già segnalati per il conseguente decreto di espulsione dal territorio nazionale).

La parte peggiore della vicenda però doveva ancora arrivare, ed è stato solo grazie ad un approfondimento investigativo delle attività che è cominciata ad affiorare una realtà quotidiana fatta di umiliazioni, minacce e violenze alle quali gli anziani ricoverati erano costretti a sottostare, nonostante la retta corrisposta variasse dai 1.000 ai 1.500 euro mensili, e che di certo non prevedeva trattamenti basati su ripetute ingiurie accompagnate da soprusi fisici e psicologici, peraltro messi in atto dagli indagati anche con l’uso della forza all’interno di una casa di riposo che, invece, avrebbe dovuto garantire serenità ed assistenza ai propri ospiti.

Tra gli episodi venuti alla luce a seguito delle indagini delle Fiamme Gialle vi sono, per di più, somministrazioni forzose di farmaci di non precisata natura, e per chi sollevava legittime proteste in ragione di tali trattamenti c’era sempre chi era pronto a smorzare sul nascere ogni opposizione, minacciando all’occorrenza dolorose iniezioni oppure la possibilità di essere esposti alle intemperie.

Stessa linea anche per chi “disturbava” gli operatori in questione con basilari richieste o per il semplice desiderio di parlare telefonicamente con i propri familiari; richieste che venivano ignorate a libero arbitrio degli operatori socio sanitari finiti agli arresti causando così un ulteriore stato di sofferenza fisica e prostrazione psichica alle anziane vittime.

A completamento di un quadro già fortemente inquietante, dove la prevaricazione era regola comune, si aggiungeva poi il sistematico ignorare delle prescrizioni sanitarie per il contrasto del contagio da COVID-19, in quanto nessun dipendente della predetta casa di riposo indossava i fondamentali dispositivi di protezione individuale nell’interagire da vicino con gli anziani quanto fragili ospiti.

In presenza di un quadro indiziario che marca in modo così netto le responsabilità e posizioni degli indagati, ora incriminati per i reati di maltrattamenti, minacce e somministrazione abusiva di farmaci, è stato altresì disposto il sequestro dell’intera struttura, mentre gli ospiti che erano alloggiati al suo interno sono stati subito ricollocati presso altri complessi assistenziali idonei alle loro esigenze, nei quali potranno tornare a riacquistare le cure, la tranquillità e la dignità che gli erano state sottratte.

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