Di Valentina Giambastiani
REGGIO CALABRIA. È di 1.000 kg il carico di fuochi pirotecnici privi delle necessarie autorizzazioni che i finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), hanno intercettato e sequestrato al porto di Gioia Tauro (Reggio Calabria) durante le loro continue attività di controllo sulle merci che transitano dall’importante scalo marittimo calabrese, spesso crocevia di traffici illeciti a partire da quello degli stupefacenti passando per quello dei prodotti contraffatti.

La tonnellata di materiale esplodente è stata individuata all’interno di alcuni container provenienti dalla Cina e presumibilmente diretti in Libia, che gli operatori doganali hanno ispezionato avvalendosi delle apparecchiature radiogene in dotazione alla Dogana sui cui monitor è apparso qualcosa di anomalo.
Nonostante la documentazione doganale del carico in questione indicasse il trasporto di varie tipologie d’oggetti, finanzieri e doganieri hanno voluto comunque approfondire “de visu” quello che la scansione ai raggi x aveva inizialmente evidenziato, scoprendo così che le merci documentalmente indicate, in realtà, fungevano da classico “carico di copertura” per quello che si è rivelato essere un arsenale viaggiante di fuochi pirotecnici.
L’operazione va ad inserirsi nell’ambito di una complessa attività di analisi dei rischi locali che la stessa ADM sviluppa in collaborazione con la Guardia di Finanza che, soltanto negli ultimi anni, ha portato al sequestro di oltre 25 tonnellate di fuochi d’artificio illegali ancora in corso di distruzione.
Considerata la pericolosità di tale spedizione le operazioni di recupero, trasporto e brillamento del carico hanno seguito scrupolose procedure di sicurezza che, su disposizione del Tribunale di Palmi, hanno interessato il Centro Rifornimenti e Manutenzioni (Ce.Ri.Mant.) dell’Esercito Italiano che ha sede a Napoli, al cui interno opera un nucleo di artificieri altamente specializzato della Forza Armata e che può intervenire su tutto il territorio nazionale.
Le operazioni di distruzione (che si concluderanno proprio in questi giorni) peraltro avvengono in un’area appositamente individuata al fine di non intralciare le sempre intense attività portuali.
Ad integrazione di tale operazione, si segnalano altresì gli analoghi sequestri messi a segno dai finanzieri dei Comandi provinciali di Napoli, Bari, Avellino, Benevento, Arezzo e Perugia i quali, nel corso di controlli avviati nell’ultimo mese e che si stanno protraendo fino alle ultime ore, sono pervenuti al sequestro di oltre 3,5 tonnellate di “botti” denunciando 19 persone, delle quali quattro sono state sottoposte ad arresto su ordine della competente Autorità Giudiziaria.
Come sempre resta opportuno ricordare che la colpevolezza delle persone indagate non può essere dichiarata anticipatamente ad una sentenza irrevocabile di condanna sussistendo, fino a quel momento, la presunzione d’innocenza prevista dalla Carta costituzionale.
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