Guardia di Finanza: Latina, nascondono soldi per non versarli al Fisco ma un “cash dog” delle Fiamme Gialle scova 240 mila euro nel loro appartamento. Denunciati due coniugi

Di Aldo Noceti

Latina. Erano gravati da consistenti debiti tributari, e proprio per questo iscritti a ruolo da parte dell’Agenzia delle Entrate, ma per mandare a vuoto l’azione di recupero finanziario da parte dello Stato avevano pensato bene di simulare la loro separazione coniugale con il fine di cedere i propri beni, evitando così di corrispondere quanto da loro dovuto all’Erario finché nei loro piani non si è inserita un’unità cinofila della Guardia di Finanza che ha mandato a monte tutto il piano.

Protagonisti della singolare vicenda sono stati due coniugi di Aprila (LT), i quali avevano messo a punto un escamotage con cui – utilizzando condotte artificiose e chiaramente truffaldine – volevano uscire dal precedente stato di “comunione legale dei beni” per dimostrare il decadimento della propria posizione economica dovuta ad un’intervenuta separazione.

Affatto convinti di ciò i finanzieri del Comando Provinciale di Latina, direttamente coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo pontino, hanno però deciso di andare molto più a fondo rispetto a quanto non dicessero le documentazioni prodotte dai due, è così hanno ottenuto dall’Autorità Giudiziaria inquirente l’autorizzazione a perquisirne il domicilio.

Un cane della GDF

Atteso che la stessa perquisizione era finalizzata proprio alla ricerca di eventuali somme di denaro occultato, i finanzieri latinesi hanno chiesto ai colleghi del Gruppo di Fiumicino la possibilità di avvalersi di un’unità cinofila specializzata – i cosiddetti  “cash dog” – e quando il cane “Gol” (questo il nome dello splendido pastore tedesco delle fiamme gialle) è andato a segno per i due scaltri coniugi si è capito subito che la partita non si sarebbe conclusa neppure con un pareggio.

Al “cash dog” delle fiamme gialle ed al suo esperto finanziere-conduttore non ci è infatti voluto molto per scovare nella camera dei due indagati un “tesoretto” in contanti da 240.000 euro, che chiaramente testimonia una non piccola disponibilità finanziaria ma che ora li inchioda ad una nuova denuncia per il reato (peraltro aggravato) di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Al di là della particolarità dell’intervento – ottimamente supportato da idoneo e tempestivo provvedimento dell’Autorità Giudiziaria – la vicenda pone in evidenza la poliedricità operativa con cui la Guardia di Finanza opera nella repressione e ricerca dei reati di natura finanziaria, e che già da diversi anni vede scendere sul campo i suddetti “cash dog”.

Cani che di norma sono impiegati negli aeroporti per contrastare l’illegale esportazione di valuta ma che, come in questo caso, si sono resi utilissimi per accertare un limpido caso di evasione fiscale.

 

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