Guardia di Finanza: Lodi, eseguito un sequestro antimafia per un valore di 450.000 euro. Colpito uno dei narcotrafficanti attivi all’interno del “bosco della droga” di Rogoredo

Di Massimo Giardinieri

Roma. Era parte integrante di un gruppo molto attivo nello smercio di sostanze stupefacenti nel noto “Bosco di Rogoredo”, un’area verde prospicente alla omonima stazione ferroviaria meneghina spessissimo balzata alle cronache proprio per i ripetuti episodi di degrado legati alla droga ed al mondo criminale che gli ruota intorno.

Stavolta però per lui non si è trattato di fare il “big-cash”, bensì di essere raggiunto da una pesante misura di prevenzione patrimoniale antimafia consistente nel sequestro di beni immobili per un valore quantificato in 450.000 euro.

Sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Lodi a dare esecuzione al citato provvedimento disposto dalla Procura della Repubblica meneghina, ciò grazie a specifiche indagini all’esito delle quali i militari delle fiamme gialle hanno fatto affiorare l’indubbia pericolosità sociale del soggetto.

L’uomo, come detto sopra, era infatti completamente inserito nel circuito malavitoso che opera nel c.d. “bosco della droga” di Rogoredo, ed il suo non indifferente curriculum criminale era lì a confermarlo, circostanze alla quale si aggiunge un’accertata sproporzione (di oltre 590.000 euro) tra i beni nella disponibilità sua e del suo nucleo famigliare a fronte dei modesti redditi dichiarati.

Guardia di Finanza – Comando Provinciale Lodi in azione

Più in particolare, le indagini condotte dalla GDF lodigiana si sono rivolte al carattere patrimoniale, finanziario e reddituale dell’indagato, andando così a rilevare la correlazione temporale intercorsa tra le manifestazioni di pericolosità sociale di cui lo stesso si è reso protagonista e gli “incrementi” patrimoniali dai lui, oltre che suoi più stretti famigliari, conseguiti in precedenti annualità. Aumenti del proprio volume patrimoniale che per gli investigatori non sono affatto giustificati da introiti ottenuti in maniera lecita.

In tale quadro, per la competente Autorità Giudiziaria si tratta dunque di persona che vive abitualmente, in maniera totale o anche in parte, del denaro derivante proprio dalle sue attività delinquenziali, per questo il Tribunale di Milano – accogliendo in toto ricostruzione investigativa fornita dai finanzieri – ha disposto l’applicazione della sopra indicata misura di prevenzione antimafia sostanziatasi nel sequestro, propedeutico alla successiva confisca, di una villa ed annessa autorimessa ubicate nel Lodigiano intestate al soggetto in parola oltre che alla sua consorte.

Il sequestro odierno segue un analogo provvedimento di prevenzione patrimoniale emesso dalla Procura del capoluogo lombardo solo poche settimane fa, anche in questo caso eseguito nei confronti di un altro soggetto collegato all’indiziato di cui sopra ed anch’esso ritenuto membro del sodalizio malavitoso attivo nello spaccio di stupefacenti all’interno del suddetto bosco. In questo caso si era però trattato del sequestro di un appartamento e di un’autorimessa siti nell’area sud di Milano, oltre a diverse disponibilità finanziarie per un valore complessivo di 250.000 euro.

L’attività di in parola rientra a pieno titolo nella costante azione che il Corpo rivolge all’aggressione dei patrimoni illecitamente ottenuti, e che quale obiettivo principale ha quello di indebolire le organizzazioni criminali oltre a colpire chi è abitualmente dedito alla malvivenza, soprattutto per restituire alla società civile quanto indebitamente sottrattogli.

 

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