Di Antonio Aniello Barbati
Messina. Ci sono voluti lunghi mesi di indagini di polizia giudiziaria e tributaria per giungere al sequestro – eseguito a Malta – di beni per un valore di 3.500.000 euro, disposto nei confronti del legale rappresentante di una società maltese che aveva stabilito a Messina una stabile organizzazione attiva nella raccolta delle scommesse on-line.
L’operazione delle fiamme gialle messinesi è partita da diverse attività finalizzate all’individuazione delle più insidiose condotte evasive ed elusive a carattere transnazionale.
Più nel dettaglio, gli investigatori della GDF sono andati ad approfondire l’operatività in territorio italiano di una società estera la quale, avvalendosi di diversi portali web (riconducibili a diversi plurimi marchi già colpiti da specifici provvedimenti d’inibizione da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) di fatto risultava attiva, sulla base di apposite concessioni rilasciate da Autorità estere non valide in Italia, nella raccolta di giochi e scommesse a distanza tramite centri trasmissione dati e punti-vendita ricarica.
I minuziosi accertamenti di carattere tributario condotti dai finanzieri, peraltro integrati da mirate indagini di polizia giudiziaria, hanno infatti evidenziato come i predetti centri trasmissione dati (formalmente costituiti in forma di società o ditte individuali giuridicamente autonome), in realtà operassero quali centri per la ricezione di “proposte di scommessa”, per di più pubblicizzando il palinsesto della società maltese a cui facevano capo.
L’esame di tutti gli elementi probatori raccolti, ha dunque consentito agli inquirenti di ipotizzare la classica forma di stabile organizzazione economica occulta, presupposto questo che consente di proporre all’Agenzia delle Entrate il recupero a tassazione dei redditi occulti prodotti in Italia da una società straniera.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della GDF, la filiale in Italia della società maltese avrebbe infatti dovuto dichiarare al Fisco italiano oltre 85.000.000 di euro in ricavi conseguiti, per un totale di imposte dirette (evase) superiore ai 3.500.00 milioni di euro.
Alla luce di ciò, il GIP Tribunale di Messina ha quindi disposto nei confronti del rappresentante legale della casa-madre maltese il sequestro preventivo – anche per equivalente e finalizzato alla successiva confisca – della citata somma di 3,5 milioni di euro, corrispondente proprio al volume delle imposte complessivamente sottratte al Fisco.
In considerazione della residenza estera del soggetto, la materiale esecuzione del sequestro ha richiesto uno specifico “European Investigation Order e Freezing order for execution”, emesso dalla Procura della Repubblica di Messina nell’ambito di una specifica rogatoria internazionale.
Da rilevare, altresì, come per la positiva conclusione delle indagini ci si è avvalsi dei poteri previsti dal recentissimo Regolamento UE 2018/1805/UE del 14 novembre 2018, in forza del quale – a decorrere dal 19 dicembre 2020 – sono applicabili negli Stati membri dell’Unione europea le disposizioni sul riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento nonché di confisca emessi da un altro Stato membro.
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