Di Marco Lainati
Milano. Guadagnare soldi in modo esponenziale investendoli non nei classici canali finanziari, bensì nelle opere del genio immortale di Leonardo Da Vinci. È questa l’ultima fantasiosissima truffa che i finanzieri del Comando Provinciale di Milano – 1° Nucleo Operativo Metropolitano, hanno scoperto individuando due responsabili già arrestati su ordine della Procura della Repubblica meneghina.
La frode, davvero singolare per le modalità con le quali avrebbe dovuto portare lauti guadagni, è cominciata ad emergere a seguito della denuncia sporta da una delle vittime, per la quale i finanzieri del comando di via Valtellina hanno subito avviato tutti i riscontri investigativi del caso.
Più nel dettaglio, la proposta rappresentata ai malcapitati risparmiatori si basava sull’investimento di denaro in una sinora mai rivelata forma d’arte che sarebbe stata celata all’interno di piccolissime porzioni di quadri realizzati da Leonardo. A detta dei truffatori, infatti, grazie alle più recenti tecnologie digitali si sarebbe scoperta l’esistenza di “micro-quadri” non visibili all’occhio umano, ma che il celebre Maestro del Rinascimento italiano avrebbe dipinto inserendoli nel contesto generale delle sue immortali opere.
Ed è su queste ancora inedite rivelazioni che si incastonava l’investimento-truffa proposto dagli arrestati, ovvero quello di attribuire la proprietà dei “micro-quadri”, rivelati all’interno di un token (un insieme d’informazioni digitali contenute in una blockchain e che conferiscono un diritto ad un determinato soggetto), in parole più semplici una sorta di moneta virtuale.
Ogni nuovo “micro-quadro” scoperto dalle più innovative tecnologie del settore sarebbe stato dunque individuato come opera d’arte a sé stante, nonché collegata ad un fantomatico contatore on-line.
Per abbattere comprensibili perplessità, i due truffatori rassicuravano le vittime spiegando loro che l’ormai imminente diffusione della notizia avrebbe automaticamente scatenato la domanda del grande pubblico interessato a queste nuove forme d’investimento ultra-tecnologiche (come le criptovalute e affini), il che avrebbe letteralmente fatto esplodere il valore di quanto investito nel giro di pochissimo tempo.
Dietro le mirabolanti promesse condite da inverosimili rivelazioni, gli investigatori hanno scoperto esserci soltanto la classica forma d’investimento a struttura “piramidale”, una delle tante che finiscono puntualmente per crollare e dove a guadagnare sono soltanto i loro disonesti promotori che però, almeno in questo caso, erano stati ancor più ingegnosi di altri loro “colleghi” arrivando persino a proporre fotogrammi di valenza assolutamente pretestuosa, oltre che privi di qualsiasi valore artistico (come peraltro confermato dalla competente Soprintendenza del Ministero dei Beni Culturali).
Per gli inquirenti milanesi sussiste dunque il rischio concreto che il denaro sfilato ai risparmiatori potesse presto volatizzarsi insieme ai “promotori finanziari” in questione, anche perché i proventi del suddetto schema truffaldino venivano veicolati all’estero nonché occultati tramite numerose società-vettore straniere, nei confronti delle quali sono intanto stati avviati ulteriori accertamenti.
Oltre agli arresti dei due indagati, rintracciati a Milano e Desenzano del Garda (BS), i finanzieri hanno sottoposto a sequestro alcuni dei “micro-quadri” in questione, due tessere di riconoscimento contraffatte per appartenenti a Forze di Polizia, nonché diversi reperti archeologici frutto d’altri reati.
La Guardia di Finanza, nel raccomandare massima attenzione a tutti i risparmiatori invitandoli ad interagire soltanto con professionisti e società di comprovata affidabilità, ricorda che è sempre possibile denunciare queste truffe rivolgendosi al numero di pubblica utilità del Corpo “117”, attivo – 24 ore su 24 – in tutto il territorio nazionale.
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