Guardia di Finanza: Milano, scoperto un giro di appalti truccati su contratti di fornitura per 39 milioni di euro. Arrestate per corruzione 11 persone

Di Massimo Giardinieri

Roma. Sono tre i soggetti finiti in carcere ed otto agli arresti domiciliari ai quali la Procura della Repubblica di Milano contesta – a vario titolo – il reato di corruzione, che più nello specifico si sarebbe consumato all’interno di appalti per l’affidamento dei servizi di ristorazione presso scuole e istituti per anziani, ma anche nei servizi di pulizie resi presso uffici pubblici.

Sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Milano – 1° Nucleo Operativo Metropolitano, a ricostruire nei dettagli il capillare sistema corruttivo messo in piedi dagli indagati che – in base a quando emerso dalle indagini protrattesi per un anno – avrebbe consentito l’illecita assegnazione di 11 contratti di fornitura aventi un valore complessivo di 39.000.000 di euro.

Secondo gli investigatori della GDF meneghina, nella vicenda sono coinvolti diversi Enti locali dislocati nell’hinterland milanese oltre che nella regione, mentre il sistema corruttivo scoperto dai militari era stato ovviamente sviluppato per favorire talune imprese agli stessi collegate, ma anche di altre imprese purché disposte a pagare una tangente calcolata tra l’1 ed il 2 % del prezzo-base fissato per l’asta di gara.

L’ampiamente collaudata prassi in questione, evidentemente impostata su precisi accordi corruttivi, iniziava a muoversi di volta in volta attraverso l’acquisizione di informazioni privilegiate (che ovviamente venivano fornite a pagamento) ricevute da funzionari pubblici infedeli inseriti all’interno delle commissioni giudicatrici e/o delle diverse stazioni appaltanti, grazie alle quali i bandi di gara venivano così praticamente impostati “su misura” dell’azienda da avvantaggiare per l’occasione.

Dagli ulteriori accertamenti svolti dai finanzieri è peraltro emerso come il pagamento della tangente avvenisse attraverso la corresponsione di valori o di somme di denaro in forma rateizzata, e che avvenivano per tutta la durata della fornitura.

Fiat 500X GDF – MI

Tale modus operandi, che conferma come tale “sistema” fosse organizzato per venire incontro a tutti i soggetti implicati fuorché per garantire gli interessi della Pubblica Amministrazione, ha visto anche la consegna (che i finanzieri hanno puntualmente documentato) d’una bicicletta dal valore di 3.000 euro, generosamente “elargita” ad un dipendente pubblico corrotto in sede di aggiudicazione d’una gara d’appalto avente un importo di 300.000 euro.

Nell’ambito della medesima indagine gli investigatori hanno altresì ricostruito il meccanismo attuato dagli indagati al fine di garantirsi l’effettivo adempimento degli accordi illeciti intrecciati con gli aggiudicatari delle gare, facendo attribuire a persone compiacenti – nonché disponibili ad assecondare ogni loro richiesta – incarichi di consulenza per il controllo-qualità previsto all’interno della catena di somministrazione dei pasti.

Con tale escamotage, nel malaugurato caso in cui l’azienda favorita avesse ritardato con la consegna delle somme pattuite, sarebbero dunque intervenuti con l’irrogazione delle sanzioni pecuniarie contrattualmente previste e finanche a giungere alla risoluzione del rapporto di fornitura.

Nel corso dell’operazione, oltre alle citate misure restrittive, sono state altresì eseguite 23 perquisizioni locali e personali nei confronti di tutti gli indagati, mentre alle Amministrazioni comunali, nonché alle cinque società coinvolte nel giro corruttivo in argomento, è stato ordinato di consegnare tutta la documentazione indicata dall’Autorità Giudiziaria inquirente.

È comunque doveroso evidenziare come il procedimento penale è tutt’ora in fase di indagine preliminare e che – per il principio di presunzione d’innocenza costituzionalmente garantito – la responsabilità penale delle persone sottoposte ad indagini sarà definitivamente accertata soltanto nel caso in cui intervenga, nei loro confronti, una sentenza irrevocabile di condanna.

 

 

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