Di Claudio Bellumori e Mariateresa Levi
Napoli. Li hanno seguiti di notte per molti chilometri ed hanno atteso il momento per sorprenderli in palese flagranza di reato, proprio mentre erano intenti nello scarico di 4.500 kg. di sigarette di contrabbando ed arrivando così a bersaglio pieno.
È questa la trama di una brillante operazione anti-contrabbando che i finanzieri del Comando Provinciale di Napoli – Gruppo Nola, hanno portato a termine arrestando in un colpo solo 7 responsabili (di cui quattro italiani, un greco, un senegalese ed un ucraino) nonché sequestrando il prezioso carico di “bionde”.
L’operazione delle fiamme gialle ha avuto origine dalle c.d. “analisi di rischio” che vengono giornalmente compiute allo scopo di approntare controlli più mirati sui mezzi e sulle merci che giungono sul territorio nazionale, ed anche in questo caso la provenienza di un TIR (recante targa bulgara) sul quale erano state caricate le sigarette, nonché una dichiarazione di trasporto giudicata “anomala”, hanno indotto i finanzieri a predisporre un servizio di tallonamento occulto del pesante automezzo sino al punto di destinazione, nello specifico individuato in un capannone sito a Sabaudia (LT).

Perquisizioni in corso
Sopresi dalla fulminea irruzione, alla “squadra” di malviventi – composta da un’autista e sei scaricatori – non è restata altra scelta che quella di consegnarsi agli uomini della GDF che li hanno subito arrestati.
Come sempre avviene in questi casi, la partita di tabacchi lavorati esteri (sigarette di marca “Chesterfield” e “Mark1”) era stata occultata sotto in carico di copertura costituito da innocui lamierati elettrosaldati, ma lo stratagemma non è comunque servito poiché i militari sono arrivati praticamente a colpo sicuro causando così ai trafficanti un danno economico a molti zeri.
L’operazione testimonia come la piaga del contrabbando sia ancora lungi dall’essere definitivamente debellata e che i porti italiani, nonostante i molti sequestri effettuati ogni anno dalla Guardia di Finanza nel particolare settore d’intervento, continuano ad essere uno dei punti d’introduzione prescelti dalle organizzazioni criminali che gestiscono questi traffici su scala internazionale.
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