Di Massimo Giardinieri
Napoli. Il tutto è partito da una segnalazione del Ministero della Cultura, in base alla quale era opportuno avviare specifiche indagini per svelare un possibile meccanismo fraudolento originato all’interno di un esercizio commerciale specializzato nella vendita all’ingrosso di computer, gestito da due coniugi fortemente sospettati di volersi appropriare dei sostanziosi fondi pubblici destinati all’accrescimento culturale dei giovani.
Tali fondi, come noto, sono tradotti in comuni voucher da spendere in spettacoli cinematografici, musica e concerti, eventi culturali, libri, musei, visite a monumenti e parchi archeologici, teatro e danza, prodotti dell’editoria audiovisiva, corsi di musica, corsi di teatro, corsi di lingua straniera, nonché in abbonamenti a quotidiani anche in formato digitale.
Sulla base di tale informativa i finanzieri del Comando Provinciale di Napoli – Nucleo Polizia Economico Finanziaria, hanno dunque condotto una specifica attività tecnico-investigativa facendo così emergere una serie di artifizi che i due citati responsabili avrebbero commesso quali l’accettazione e la validazione di buoni del valore di 500 euro ciascuno corrispondenti al c.d. bonus cultura “18APP”; l’emissione di fatturazioni di pari importo che venivano giustificate con la compravendita (in realtà mai avvenuta) di beni funzionalmente destinati alla spendita del bonus; la ricezione – a titolo di rimborso – dell’intero importo di 500 euro erogato dal Ministero della Cultura e del quale veniva trattenuta una percentuale intorno al 30% quale “onorario” per l’espletamento della “pratica”.
Sempre in base a quanto ricostruito dagli investigatori della GDF partenopea, che per fornire all’Autorità Giudiziaria un quadro probatorio il più possibile esaustivo sono ricorsi a perquisizioni, analisi informatiche ed accertamenti bancari, nel descritto meccanismo avrebbero preso parte anche altre persone che avevano compito di ricercare soggetti (ovviamente titolari del buono) con i quali spartirsi la residuale parte dello stesso.

Auto GDF – Napoli
Tale illecita attività, peraltro già rilevata in analoghe indagini condotte sempre dalla GDF in altre città d’Italia, permetteva dunque di convertire in moneta sonante il citato “bonus”, ovviamente in barba a quanto invece previsto dalla norma che lo ha introdotto.
Di tutto rilevo è infatti la dimensione della truffa qui descritta e che, sempre secondo gli investigatori, avrebbe permesso agli artefici di ottenere il rimborso di oltre 3.300 voucher “18App” intestati a beneficiari residenti in tutto il territorio nazionale, arrecando al suddetto Dicastero un danno finanziario quantificato in oltre 1 milione e 500mila euro.
Per i suddetti motivi che le fiamme gialle hanno sono comunque riuscite a delineare per intero, come per intero hanno ricostruito tutto il meccanismo frodatorio, il GIP del Tribunale di Napoli ha dunque disposto per i due coniugi un’ordinanza applicativa di misure cautelari per i reati di associazione per delinquere nonché di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Nella medesima ordinanza è stato disposto il sequestro preventivo – anche per equivalente – della somma complessiva di oltre 1.500.000 euro sui beni mobili e immobili di pertinenza degli indagati.
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