Guardia di Finanza: nel Catanese scoperta un’altra piantagione clandestina di marijuana. Sequestrate 2.500 piante e denunciato il proprietario del terreno

Di Fabio Mattei

Catania. È il momento della raccolta (ma anche dei contestuali sequestri) di marijuana che viene coltivata in piantagioni clandestine ricavate su terreni – talvolta persino demaniali – di difficile accessibilità e soprattutto al riparo da sguardi indiscreti.

E la cosa si è ripetuta ancora, stavolta nel territorio del Comune di Licodia Eubea, dove i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno scoperto un esteso appezzamento di terreno sul quale era stata ricavata una consistente coltura di marijuana da circa 2.500 piante.

La coltivazione, servita da un corso d’acqua normalmente utilizzato per l’irrigazione agricola, era posta all’interno di un’area boschiva opportunamente trattata, e benché si trovasse relativamente vicina alla SS 514 di Chiaramonte non era comunque visibile da un piano orizzontale.

Sono stati gli elicotteri della Sezione Aerea GdF di Palermo a scoprire tra gli alberi una porzione di terreno accuratamente coltivata, che è stata poi monitorata per settimane prima dell’intervento da terra delle pattuglie.

Al momento dell’accesso sul terreno, infatti, i Finanzieri catanesi sapevano bene che avrebbero trovato le piante ormai a maturazione quasi completata, dunque con tutti gli elementi probatori da imputare in capo ai responsabili ed agli eventuali “mezzadri” della coltivazione stessa.

All’atto del loro intervento, peraltro, i militari delle Fiamme Gialle – oltre alla gran quantità di piante che una volta lavorate avrebbero potuto fornire “fumo” per un valore di circa 2 milioni di euro – hanno altresì sequestrato l’attrezzatura utilizzata per l’illecita attività nonché alcune aree già adibite ad essiccatoi e magazzini.

Il proprietario del terreno, un ex imprenditore agricolo che aveva presumibilmente pensato di abbandonare la coltivazione di frutta e ortaggi per una ben più remunerativa attività, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Caltagirone per i reati di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, peraltro aggravata dall’ingente quantità.

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