Guardia di Finanza: nel Messinese la ‘ndrangheta fa affari con la criminalità organizzata locale

di Michela Chillemi

Messina.La città di Messina, così come tutta la provincia, si trova connotata da una forte presenza di attività criminali dedite al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, il che rende la zona uno snodo fondamentale per gli scambi illeciti che legano la Sicilia al continente.

Sebbene tutta la realtà messinese sia pervasa da questa calamità, sono state riscontrate zone maggiormente dedite al traffico di sostanze: Villaggio Matteotti, Rione Giostra, località Maregrosso, Santa Lucia sopra Contesse, rione Mangialupi, Villaggio Aldisio, Villaggio Cep, Rione Taormina, Bordanaro.

Un’altra aerea suscettibile al traffico droga è il porto. Esso è ritenuto uno dei più grandi e più importanti del Mediterraneo. Si evidenzia, con frequenza, che il personale del Gruppo della Guardia di Finanza di Messina, supportato dalle unità cinofile, opera, presso gli sbarchi portuali, sequestri di significativi quantitativi di sostanze stupefacenti, di cui solo una parte viene commercializzata in città, mentre l’altra viene consegnata alle province siciliane.

L’attività criminale, operante a Messina, riceve supporto e rifornimento dalle famiglie della ‘ndragheta della costa ionica o tirrenica, nonché da gruppi catanesi se si considera l’area Sud della provincia.

Ma la Guardia di Finanza come opera in contrasto a questo fenomeno? Quali compiti istituzionali svolge anche in ambito portuale?

In relazione a un’intervista rilasciata dal Gruppo della Guardia di Finanza di Messina, si evince che la stessa predispone apposite attività di osservazione e di indagine tecnica, monitorando il territorio, tramite attività di unità “su strada”, e, ove necessario, facendo ricorso all’impiego delle Unità Cinofile Antidroga, comparto specializzato del Corpo, di cui si tratterà dopo.

Un primo compito della Guardia di Finanza in ambito portuale/doganale è relativo alla cosiddetta vigilanza, servizio svolto all’interno degli spazi doganali con l’obiettivo di assicurare il rispetto delle norme poste a garanzia della riscossione dei tributi. In base al Testo Unico delle Leggi Doganali- articoli 19 e 20-, coloro i quali svolgono questa mansione possono visitare qualunque genere di trasporto che attraversano la linea doganale, conferendo il potere di sottoporre i predetti a controlli tecnici per valutare possibili occultamenti di merci; invitare coloro che attraversano gli spazi doganali a mostrare valori portati indosso – attività che, comunque, prevede il controllo delle persone, dei bagagli o effetti personali-.

Altra attività svolta in ambito portuale è disciplinata dall’articolo 21 del TULD ( Testo Unico della Legislazione Doganale) : il riscontro. Questo servizio, svolto dai militari della Guardia  di Finanza durante fase finale del processo di controllo, prevede l’integrazione dell’accertamento con un esame fisico della merce.

I militari, addetti a questa funzione, possono esimersi dall’eseguire il riscontro, limitandolo ad una parte soltanto del carico. Qualora non emergono sospetti o discordanze, viene garantita l’attestazione di riscontro sui documenti doganali.

I militari della Guardia di Finanza sono, inoltre, dediti ad assistere alle operazioni doganali, con lo scopo di custodire le merci, impedendo sottrazioni o eventuali manipolazioni.

Ultima, ma non meno importante attività fa riferimento agli articoli 21,30,63 e 105: le cosiddette visite approdi. Quest’ultime comprendono mansioni di polizia amministrativa tramite cui i militari della Guardia di Finanza si recano a bordo delle unità navali per esaminare il manifesto e, contemporaneamente, verificando lo stato del carico.

Durante l’intervista, sono emerse, in particolare, tre grosse operazioni antidroga svolte, di recente, dalla Guardia di Finanza, denominate “Cafè Blanco”, “Festa in maschera” e “Sfizio”.

In relazione alla prima operazione, sono state eseguite 11 arresti verso coloro che gestivano un lucroso traffico internazionale di sostanze stupefacenti- in primis, la cocaina, occultata sotto la forma di chicchi di caffè- tra il Sud America e la Sicilia.

Dalle indagini, è emerso che questa operazione non era solo un caso isolato, ma si inseriva all’interno di un complesso quadro demenziale.

Nell’ambito dell’operazione “Festa in maschera”, anch’essa non un episodio isolato, sono stati eseguiti 11 arresti verso coloro che gestivano un traffico di sostanze stupefacenti- cocaina, hashish e marijuana- tra la Calabria e la Sicilia. Il gruppo criminale, inoltre, aveva impiantato, in un’abitazione, un servizio di distribuzione di droga operativo h24.

Nell’altra operazione, “Sfizio”, sono stati eseguiti 9 arresti verso coloro i quali gestivano un lucroso traffico di stupefacenti tra l’Albania, l’Emilia Romagna, l’Abruzzo, la Calabria e Messina. L’operazione è stata resa possibile grazie al controllo dei movimenti dei membri di una famiglia messinese, residente nella zona sua della città.

La Guardia di Finanza, in quanto unico organo di polizia giudiziaria a cui vengono affidate  competenze in ambito economico-finanziario, svolge continue operazioni per contrastare il fenomeno dell’illegalità. Pertanto, le attività svolte in ambito portuale hanno lo scopo di rendere manifesti eventuali traffici illeciti.

 

UNITÀ  CINOFILE ANTIDROGA

 

Come accennato prima, ove è necessario, si fa ricorso all’impiego delle Unità Cinofile Antidroga.

Nel 1955, è stato inaugurato  il “Centro Allevamento e Addestramento Cani” di Castiglione del Lago (Perugia), luogo in cui la Guardia di Finanza predispone corsi di addestramento per i cinofili. Quest’ultimi  vengono sottoposti ad una prima fase di addestramento “primario”, che è una sorta di “infarinatura” delle tecniche addestrative cui vengono sottoposti i cani durante i corsi di specializzazione, sia una selezione psico-attitudinale che comporterà lo scarto di quei soggetti non idonei al proseguo dell’addestramento.

Dopo la prima fase, i cani devono affrontare dei corsi di specializzazione insieme al conduttore, con cui verrà stabilita una simbiosi assoluta. Simbiosi che, comunque, permetterà di operare nelle più svariate condizioni di tempo, di luogo per ricercare droga, denaro e così via.

Questa fase è basata sul gioco ed è composta da principi di condizionamento e apprendimento; viene fatto “uso” di alcuni istinti naturali del cane, come l’olfatto, ma anche l’istinto del gioco.

Strumento ampiamente utilizzato durante questa fase è il manicotto, un telo di spugna arrotolato.

Importante sottolineare che la segnalazione del cane di eventuali sostanze può avvenire o tramite la sfregatura o attraverso il “touch” o, ancora, assumendo una posizione seduta.

Istruttore cinofilo di Messina è il Maresciallo Emilio Patania.

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