Guardia di Finanza: nel Teramano scoperta una coltivazione clandestina di cannabis ricavata su un terreno demaniale. Distrutte 2.100 piante che avrebbero prodotto “fumo” per 2 milioni di euro

Di Fabio Mattei e Michele Toschi

Teramo. Probabilmente fidavano sul fatto che la difficile accessibilità della zona li avrebbe tenuti al riparo da sguardi indiscreti, peraltro in una zona del centro Italia (più precisamente nel territorio del comune di Sant’Omero – Teramo) che solitamente non presenta problematiche connesse a coltivazioni di droga, eppure, su una tranquillissima zona demaniale fluviale, qualcuno aveva pensato bene di ricavarci un vero e proprio appezzamento agricolo su quale coltivare qualche migliaio di piante di cannabis.

La piantagione di cannabis scoperta dalle Fiamme Gialle

Questa è la sintesi cronistica di una brillante operazione antidroga condotta in sinergia tra i Finanzieri del Comando Provinciale di Teramo e quelli del Reparto Operativo Aeronavale (ROAN) di Pescara i quali, intervenendo prima dal cielo e poi da terra, sono giunti ad individuare la grossa piantagione di “erba” sradicando poi tutte le piante che qualcuno stava illegalmente coltivando.

Era stato un AW139 (uno dei nuovi elicotteri in dotazione alla Guardia di Finanza) appartenente alla Sezione Aerea di Pescara a segnalare una possibile anomalia sul terreno, e di lì a poco è stata organizzata l’operazione con le pattuglie a terra che hanno faticato non poco a raggiugere il sito sospetto (anche se il punto era stato “triangolato” con precisione), dovendosi fare largo tra la vegetazione particolarmente fitta tipica delle zone umide.

L’AW139 della Gdf in operazione

Una volta raggiunto il target, tutti i sospetti iniziali si sono palesati agli occhi dei militari delle Fiamme Gialle.

Diverse migliaia di piante, alte circa 2,5 metri, infatti, si presentavano in piena fioritura e pronte per essere prima raccolte e poi trinciate per l’essiccatura.

Da notare, oltre alla presenza di diversi attrezzi da lavoro, anche un ingegnoso sistema di auto-irrigazione realizzato dai “coltivatori” (al momento sconosciuti), necessario per rifornire di molta acqua un così elevato numero di piante.

Quello delle coltivazioni clandestine di cannabis, infatti, è un “business” che può rendere molto denaro, specie se strutturato su ampie aree di terreno come quella interessata dall’odierna operazione della GDF teramana e che, ad una prima valutazione, poteva fornire un “raccolto” dal guadagno stimabile in oltre 2 milioni di euro.

Il servizio sta comunque ancora proseguendo con una serrata attività d’indagine che punta ora ad identificare i responsabili della piantagione.

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