Di Massimo Giardinieri
Latina. Associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, cessione e detenzione ai fini di spaccio, tentato omicidio, sequestro di persona a scopo di estorsione, estorsione nonché detenzione e porto abusivo di armi comuni da sparo.
Questi sono i capi d’accusa che, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) della Procura della Repubblica di Roma ed a seguito di specifica ordinanza emessa dal GIP del Tribunale capitolino, hanno visto l’esecuzione di 14 provvedimenti restrittivi della libertà personale (di cui 12 custodie cautelari in carcere e 2 agli arresti domiciliari), i quali hanno riguardato altrettanti soggetti gravemente indiziati per i reati sopra elencati.
Gli odierni arresti scaturiscono da una nuova indagine condotta congiuntamente dai finanzieri del Comando Provinciale di Latina e gli agenti della Questura del capoluogo pontino, grazie alla quale si è potuta scoprire l’esistenza di una ben strutturata e pericolosa organizzazione criminale dedita al traffico di consistenti quantitativi di cocaina.
L’indagine in parola, come spesso accade in questi casi, ha preso spunto da due distinti arresti eseguiti in flagranza di reato dai poliziotti del Commissariato nonché dai finanzieri del Gruppo di Formia (LT), a seguito di una cessione di droga e del ritrovamento di una cospicua somma di denaro (16.000 euro in contanti), elemento questo che lasciava già presagire come non ci si fosse semplicemente imbattuti in due comuni “pusher” di strada.
Gli approfondimenti investigativi svolti a seguito di quegli episodi, difatti, hanno messo gli investigatori della PS e della GDF sulla pista buona e sulla quale hanno così lavorato fianco a fianco per appurare la natura dei rapporti intercorrenti tra alcuni sospettati, arrivando infine ad individuare compiti e ruoli di ogni singolo “affiliato” in quello che sempre più appariva come un gruppo delinquenziale in piena regola.
Sempre secondo quanto fatto emergere dagli investigatori, gli stessi vertici del sodalizio hanno peraltro ordinato azioni violente nei confronti di “pusher” rei di non aver restituito loro alcuni crediti, ma anche di accertare come lo stesso gruppo – peraltro caratterizzato da un non indifferente spessore criminale – fosse in grado di trattare in tempi assai contenuti l’acquisto di ingenti quantitativi di droga da “spingere” sul mercato pontino della droga.
I necessari rifornimenti di “roba” avvenivano infatti con una media di due/tre volte alla settimana, il che garantiva ai malviventi di far fronte alle numerose richieste che gli provenivano dalla fiorente piazza formiana dello spaccio, così come quelle dei comuni limitrofi.
La peculiarità (oltre alla pericolosità sociale) che connotava la consorteria di trafficanti in questione, stava nel fatto che due soggetti posti a capo della stessa erano altresì i titolari di un minimarket ubicato al centro della città pontina nonché molto vicino a diversi istituti scolastici, al locale SERT (Servizio per le tossicodipendenze) oltre che prossimo ai luoghi della movida di Formia.
Andando ancor più nello specifico, le attività espletate congiuntamente da poliziotti e finanzieri consentivano di documentare le fasi di approvvigionamento, preparazione e spaccio della sostanza stupefacente, un sequestro di persona a scopo di estorsione nonché un tentativo di omicidio che stava interessando un soggetto colpevole di non aver coperto un debito di circa 31.000 euro, derivante questo dalla fornitura di una partita di droga non pagata.
Da rilevare come nel corso delle investigazioni si sia altresì proceduto all’arresto in flagranza di reato di 6 persone, sorprese proprio nel mezzo di smerci di “polvere bianca”, mentre i provvedimenti odierni hanno riguardato 10 soggetti residenti a Formia e 2 residenti a Cisterna di Latina.
Analoga misura è stata notificata ad altre due persone che si trovano già ristrette in carcere per altri reati, mentre le 15 perquisizioni domiciliari eseguite all’alba di oggi hanno visto impiegati oltre 50 uomini della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato.
È comunque opportuno ricordare come il procedimento versi tuttora nella fase delle indagini preliminari, comportando così per tutti gli indagati il principio della presunzione d’innocenza che vige sin quando non sia intervenuta nei loro confronti una sentenza irrevocabile di condanna.
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