Guardia di Finanza: operazione “Charon”. Organizzavano traversate dalla Tunisia per immigrati clandestini disposti a pagare bene. Arrestati 10 responsabili

Di Massimo Giardinieri 

Agrigento. È stata denominata “Charon” la nuova operazione a contrasto del favoreggiamento all’immigrazione clandestina condotta stavolta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Agrigento i quali, in collaborazione con gli omologhi Reparti territoriali di Trapani, Caltanissetta, Messina, Ragusa e Siena, sono riusciti ad individuare una pericolosa compagine criminale transazionale (composta questa da cittadini italiani ed extracomunitari) attiva proprio nel far giungere clandestinamente in Italia soggetti provenienti dal continente africano.

Ai dieci soggetti arrestati, tra i quali ne figura uno che risulta collegato agli ambienti del terrorismo internazionale, i militari sono arrivati a seguito di una complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), grazie alla quale sono riusciti a dimostrare la capacità che l’organizzazione aveva nell’offrire “servizi” nel sempre remunerativo settore del traffico di esseri umani.

La stessa organizzazione garantiva inoltre la non identificazione dei soggetti sbarcati da parte delle Autorità nazionali assicurando loro una maggior libertà di movimento, un non piccolo vantaggio che consentiva così ai soggetti ricercati di eludere le Forze di Polizia ma anche di assicurare l’anonimato per chi era diretto in altri Paesi europei per fini illeciti.

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Nel corso delle attività investigative gli investigatori delle Fiamme Gialle sono peraltro riusciti a raccogliere prove su come l’organizzazione di trafficanti di uomini fosse particolarmente attiva nell’approntare con continuità trasporti marittimi tra la Tunisia e le coste trapanesi o agrigentine, sempre in favore di gruppi di nordafricani in grado di sostenere gli elevati costi derivanti proprio dalla navigazione compiuta per mezzo di capienti e veloci gommoni, nonché dalla particolare abilità di far sottrarre la loro “clientela” alle ricerche della Polizia tunisina.

I “servizi” di cui sopra non si esaurivano comunque una volta giunti a terra, giacché gli investigatori hanno altresì accertato come il gruppo criminale in questione riuscisse anche a fornire altre forme di “assistenza” per la permanenza illegale dei migranti nel territorio dello Stato. Un “pacchetto aggiuntivo” nel quale c’era anche l’avvio verso le località di destinazione, il trasporto e l’accoglienza presso abitazioni sicure e persino l’allontanamento dai centri di accoglienza.

Da rilevare come in una circostanza il principale responsabile dell’organizzazione, unitamente ad alcuni suoi fiancheggiatori, abbiano ospitato in provincia di Trapani (e poi aiutato a fuggire in Tunisia) un soggetto sul cui conto gravavano collegamenti con gli ambienti terroristici, peraltro raggiunto da un mandato di cattura europeo spiccato dall’Autorità Giudiziaria tedesca perché ritenuto responsabile di un tentato omicidio.

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Le attività d’indagine, che nello specifico sono state condotte dai finanzieri del Nucleo Polizia Economico Finanziaria di Agrigento, si sono sviluppate attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, oltre che con riprese video, servizi di pedinamento ed osservazione dei sospettati; dunque di tutte le più moderne tecniche investigative alle quali si sono affiancati i controlli in mare da parte delle unità navali della Guardia di Finanza.

Un’attività investigativa a tutto campo dunque, e che ha documentato agli inquirenti i continui contatti telefonici che avvenivano tra gli indagati, il frequentissimo acquisto di schede telefoniche, la messa a disposizione di natanti, autovetture, dispositivi telefonici spesso intestati a terzi, l’uso di un linguaggio “codificato” nelle conversazioni, la disponibilità di costose imbarcazioni ed una rete di stabili contatti con intermediari tunisini che gli procuravano sempre nuovi “clienti” bisognosi di chiudere delle loro condizioni di clandestinità, nonché di allontanarsi al più presto dal Paese nordafricano.

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